possibile vedere. Sono sicuro che se al posto di Sofri ci fosse stato un cittadino qualunque (non dico qualcuno che conta, ripeto: un cittadino qualunque, senza la connotazione politica e culturale di Sofri), gli stessi elementi che i giudici hanno ritenuto probanti per l'incriminazione e la condanna sarebbero apparsi agli stessi giudici del tut• to insufficienti non solo per 1a condanna ma anche per il rinvio a giudizio. Con la stessa materia si può fabbricare un proscioglimento in istruttoria cosl come una condanna a vent'anni di galera. Qualcuno ha detto: sarebbe bastato che Sofri fosse diventato deputato, come nell'uldmo decennio gli è stato più volte offerto e come hanno fatto altri ex leader della ~ nuova sinistra». Lo penso anch'io. Ma mi colpisce di più il fatto che non gli sarebbe successo niente di male se fosse stato un cittadino qualunque. Quando il grande giurista cattolico e liberale A.C. Jemolo, descrivendo nelle bellissime Jettere al figlio che si trovava in America il grave clima di restaurazione dominante nell'Italia del '48, parlava delle « branche più fradice, quelle che hanno fatto più schifo sotto il fascismo - università, magistratura, giornalismo», che tornavano a imperversare peggio di prima, e portava a esempio sentenze scandafose, sbagliava o esagerava solo in una cosa: nell'attribuire a mera viltà, servilismo, abiezione morale il comportamento di quei poteri (« Siamo affezionati al nostro vomito! »). I professori universitari, i giornalisti e i magistrati s'erano schierati col fascismo e poi con la Dc perché ci credevano, perché il fascismo e la Dc rappresentavano i loro valori e garantivano il loro status sociale e economico. Valori e interessi che sono oggi rappresentati, oltre che dall'eterna Dc, da tutti i ,partiti, dal capitale, dai sindacati, dalla scuola, dal « Corriere », dalla «Repubblica», da «Gente», dalla tv pubblica e privata ... Per cui si può parlare per.fino di « buona fede ». Nel senso che erano in buona fede i magistrati che mandavano al rogo Je streghe, non perché ignorassero che non avevano fatto alcunché di male, ma perché s·inceramente convinti che avessero commercio col diavolo. Erano in buona fede i magistrati che tutelavano i proprietari di schiavi, perché sinceramente convinti che gli schiavi fossero esseri infe12 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==