Diario - anno VI - n. 8 - giugno 1990

verso la vita. Quasi tutto il pensiero europeo dopo l'ultima guerra, certamente tutto il pensiero progressista, si è tacitamente convinto che gli esseri umani non desiderano altro se non comodità, sicurezza e la possibilità d'evitare il dolore. In siffatta concezione della vita non c'è spazio né per il patriottismo né per le virtù militari. Il socialista che trova i suoi bambini intenti a giocare con i soldatini di stagno resta male, ma non è in grado di scoprire un sostituto; pacifisti di stagno non interesserebbero nessuno. Hitler, a causa della sua personalità cosl priva di gioia, sente queste cose con eccezionale intensità, capisce che gli esseni umani non desiderano solo comodità, sicurezza, orari ridotti, igiene, controllo delle nascite e buonsenso. Essi desiderano anche, almeno di tanto in tanto, la lotta, il sacrificio, per non parlare di tamburJ, bandiere e sfilate patriottiche. Quale che sia il loro valore come teorie economiche, il fascismo e il nazismo sono molto più acuti psicologicamente di qualsiasi concezione edonistica della vJta. E questo ,probabJlmente vale anche per la versione militarizzata del socialismo imposta da Stalin. I tre grandi dittatori hanno aumentato la loro forza imponendo pesi intollerabili ai loro popoli. Mentre il socialismo e persino il capitalismo, sia pure a contraggenio, hanno detto al popolo: « Io vi offro il modo di star bene», Hitler ha detto loro: « Io v'offro lotta, pericoli e morte» e, come risultato, un'intera nazione gli si è buttata ai piedi. Può darsi che pJù tardi se ne stanchino e mutino opinione, come avvenne alla fine della prima guerra mondiale. DoJ:X>alcuni anni di massacri e fame « la maggior felicità ,per il maggior numero di persone » sarà un motto attraente; ma iinquesto momento « meglio una fine tra gli orrori che un orrore senza fine » prevale. Adesso che stiamo combattendo contro l'uomo che ha coniato questa frase, noi non dovremmo sottovalutame il fascino. [Elogio del rospo] Prima delle rondini, prima delle giunchiglie e non molto più tardi dei bucaneve, il rospo saluta l'arrivo della primavera a modo suo, cioè uscendo da un buco nel terreno, dove è rimasto sepolto dal ,precedente autunno e striscia, il più rapidamente che può, verso Bi ~oteca Gino Bianco

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