necessario (uno stato che giungerà sin verso !'Afganistan o da quelle parti), un orrJbHe impero privo di cervello, che non ,s'occuperà d'altro se non di allenare giovani alla guerra e produrre a getto continuo carne da cannone. Come è riuscito a far accettare una cosi mostruosa concezione? È facile osservare che, in una fase della sua c,arriera, egli fu finanziato dall'industria pesanve, che vide in lui lo uomo capace di annJentare socialisti e comunisti. Ma l'industria non lo avrebbe mai finanziato, se egli non avesse già dimostrato di essere in grado di dare J'avvio a un grande movimento. Si può anche osservare che la situazione della Germania, con i suoi sette milioni di disoccupati, era ovviamente favorevole ai demagoghi. Ma Hitler non sarebbe mai riuscito ad affermarsi contto i suoi molti Di.vali,non fosse stato per l'attra:done della sua personalità, che s,imanifesta anche sotto le goffe frasi di Mein Kampf e che, senza dubbio, è travolgente quando lo si sente parlare. Voglio qui notare, tra parentesi, che personalmente non sono mai stato iin grado di trovare Hitler antipatico. Da quando ha conquistato il potere - sino a quel momento anche io, come quasi tutti, m'ero iHuso che non fosse una persona importante - mi sono detto che certamente 1o ucciderei se potessi averlo a portata di mano, ma che non riuscirei ad avvertire alcuna animosità personale. Infatti in lui c'è qualcosa che ,sO'llecitala pietà. Lo si avverte quando si guarda una sua fotogratia, e consiglio di osservare la foto all'inizio dell'edizione di Hurst e Blackett, che mostra Hitler ai prumordi della sua carriera. È un volto patetico, con uno sguardo da cane, il volto di uno che soffre per gli intollerabili torti ricevuti. In forma leggermente più virile, riproduce l'espressione di infiniti quadri del Cristo croaiHsso e non c'è dubbio che è cosl che Hitler si vede. Si può a stento immaginare per quale personale motivo egli ce l'abbia con il mondo, ma ad ogni modo iJ. risentimento è innegabile. È un martire, una vittima, un Prometeo incatenato alla roccia, l'eroe pronto a sacrificarsi, che combatte da solo in una situazione disperata. Se dovesse uccidere un topo, saprebbe presentarlo come un drago. Si sente che, come Napoleone, anche lui combatte contro il destino. Non riuscirà mai a vincerlo e tuttavia meriterebbe di farcela. L'attrazione di siffatta posa è naturalmente enorme; una buona metà dei film che vediamo sfrutta questo tema. Egli ha anche capito quanto sia falso l'atteggiamento edonistico Biblioteca Gino Bianco 81
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