Diario - anno VI - n. 8 - giugno 1990

Come dice in tutta serietà l'EnciclopediaEuropea Garzanti alla voce « aeronautica» (per tre quarti dedicata, com'è giusto, all'impiego militare): « Gli anni della seconda guerra mondiale segnano un nettissimo progresso dell'aeroplano, che si afferma come mezzo bellico di determinante importanza. Prodotto in nutritissiime serie (le varie potenze belligeranti realizzeranno complessivamente quasi 700 mifa velivoli), l'aeroplano giunge alla maturità ... » Un'esposi~ione così oggettiva, che tratta l'evolu~ione dell'aereo non diversamente da quella del tornio, de1la pollicultura, dell'odontoiatria, del salto con l'asta, dimentica stranamente di quantificare i 11isultatidi tanto « progresso», di un esame di « maturità» così brrllantemente superato. Quanti, insomma, dei cinquanta milioni di morti della seconda guerra mondiale sono da attriibuire ai meriti dell'aviazione? Dieci? Venti milioni? Quanti feriti e mutilati? Quanti ·mHioni di case, fabbriche, ettari di terra coltivata, chilometri di strade distrutti? Per mezzo ·secolo H bilancio di questa bella iinvenzione si può esprimere quasi solo in termini di morte, devastazione, miseria. Il numero delle persone trasportate è stato molto inferiore al numero delle persone uccise. Il sogno di Icaro e di Leonardo -s'è dimostrato ben più micidiale di cannoni e mitragliatrici, ,sottomarini e carri armati, che almeno sono stati concepiti a quel preciso scopo. Bisogna attendere cinquant'anni prima che il numero degli uccisi dall'aeronautica decresca rispetto al numero dei viaggiatori. Ma, considerata la nessuna utilità sociale del 99% di questi viaggi, il bilancio continua ad essere sinistramente negativo. L'uccisione di un solo bambino vietnamita, iraniano, iracheno, afgano, libanese, e anche la distruzione di un'abitazione, del .raccolto di un campo su cui viveva una famiglia povera, nonché la morte di animali, sono delitti che non possono venir compensati da benefici quali il risparmio di tempo per qualche migliaio di uomini d'affari o Ja fruizione di vacanze esotiche per qualche mi1ione di turisti. Ho conosciuto persone che non potevano sentir parlare tedesco senza un sussulto di paura. Ancora recentemente, un più che maturo docente universitariio con vasta pratica internazionale, che combatté nelle formazioni partigiane perdendo quasi tutti i compagni durante l'inverno '44-45, mi confessava il suo disagio (che giudicava irrazionale - « ma è più forte di me! ») per il matrimonio d'un figlio con Bi ioteca Gino Bianco

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