Diario - anno VI - n. 8 - giugno 1990

spaccavano la legna da ardere e l'appello nel primo mattino, quando il mio prosaico nome inglese costituiva una specie di comico interludio tra i risonanti nomi spagnoli: Manuel Gonzales, Pedro AguHar, Ramon Fenellosa, Roque Mallaster, Jaime Domenech, Sebastian Viltron, Ramon Nuvo Bosch. Triascrivo questi nomi, perché ricordo il volto degli uomini che li portavano. Con l'eccezione di due, che erano semplice teppaglia e, a quest'ora, saranno diventati buoni falangisti, è ,probabile che siano tutti morti. J.l più vecchio doveva avere 25 anni, il più giovane 16. Una delle reclute che si era arruolata mentre mi trovavo nella caserma era una specie di barabba, che proveniva da una zona malfamata di Barcellona. Vestito di cenci, senza scarpe, molto scuro di carnagione (doveva scorrere del sangue arabo nelle sue vene), compiva dei gesti che non sono tipici degli Europei. Uno, in special modo (le braccia protese, le palme verticali), è un gesto tipico 'degli Indiani. Un giorno scoprH che m'avevano rubato un mazzo di sigati, che in quei giorni si ,potevano -ancora acquistare quasi per niente. Piuttosto stupidamente io denunziai il furto all'ufficiale e uno di quei teppisti, che ho già menzionato, si fece avanti e, mentendo, dichiarò che gli avevano rubato 25 pesetas. Per qualche motivo l'ufficiale decise sull'istante che il ladro doveva essere quel ragazzo dal volto scuro. Nella milizia si era molto severi nel punire i furti e, teoricamente, i ladri potevano persino essere .fucilati. Quel disgraziato ·ragazzo si Lasciòcondurre senza oppone resistenza al corpo di gua11dia,per venire perquisito. Ciò che più mi colpì fu che egli quasi non tentò neppure di dichiararsi innocente. Nel fatalismo del suo comportamento si poteva intuire la disperata povertà in cui era cresciuto. L'ufficiale gli ordinò di svestirsi. Con un'umiltà orribile a vedersi egli si denudò e i suoi indumenti furono perquisiti. Naturalmente non si trovarono né i sigari né il denairo. Infatti non era stato lui a rubare. Ciò che trovai più penoso di tutto fu il fatto che, dopo che la sua innocenza fu appurata, non sembrava meno umiliato di prima. Quella sera Io portai al cinema e gli offrii un bicchierino di brandy e del cioccolato. Ma anche questo gesto era orribile, voglio dire il tentativo di cancellare un'offesa con qualche soldo. Per pochi Biblioteca Gino Bianco 67

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