Diario - anno VI - n. 8 - giugno 1990

prattutto basta con quegli sforzi atletici d'abolire le classi. Se appartenete alla borghesia, non siate troppo impazienti di balzare avanti ad abbracciare i vostri fratelli proletari; possono non gradirlo e se lo dessero a vedere vi accorgereste forse che i vostri pregiudizi di classe non sono cosl morti come credevate. E se appartenete al proletariato, per nascita o al cospetto di Dio, non sghignazzate troppo automaticamente alla cara vecchia cravatta di scuola; essa copre ideali e fedeltà che vi potrebbero riuscire utili se sapeste come usarli. Tuttavia credo esserci qualche speranza che quando il socialismo fosse un problema vivo, una cosa cioè di cui gran numero d'inglesi sinceramente s'interessasse, le difficoltà classiste potrebbero risolversi più rapidamente di quanto oggi sembri concepibile. Tra qualche anno o avremo quell'effettivo partito socialista di cui abbiamo bisogno, o o non lo avremo. Se non lo avremo, allora sarà l'avvento del fascismo: probabilmente una viscida forma anglicizzatadi fascismo, con poliziotti istruiti anziché gorilla nazisti e il leone e l'unicorno invece della svastica. Ma se l'avremo, ci ·sarà da lottare, forse in senso materiale, perché la nostra .plutocrazianon se ne starà tranquilla sotto un governo genuinamente rivoluzionario. E quando questi ceti cosi diversi, necessariamente uniti in un autentico partito socialista, avessero combattuto fianco a fianco, cambierebbe anche .il modo di sentire degli uni nei riguardi degli altri. E allora forse questa vergogna dei pregiudizi di classe svanirà e noi della borghesia che sprofonda - il maestro privato, il famelico giornalista indipendente, la figlia di colonnello zitella con 75 sterline all'anno, il diplomato di Cambridge senza lavoro, il comandante di nave senza nave, i commessi, gli statali, i viaggiatori di commercio e i tre volte falliti negozianti di tessuti di provincia - potremo sprofondare senza lotte ulteriori nella classe operaia a cui apparteniamo, e probabilmente quando vi saremo non sarà poi cosi terribile come avevamo temuto, perché, dopo tutto, non abbiamo altro da perdere che la .nostra erre moscia. Bib~teca Gino Bianco

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