Diario - anno VI - n. 8 - giugno 1990

spettiva al mondo, con solo l'angolo di una stanza da letto tutta crepe come casa, ma nel vostro vestito nuovo potete starvene sull'angolo della via, sognando ad occhi aperti di essere Clark Gable o Greta Garbo, il che vi compensa di molte cose. La famiglia del minatore spende soltanto 1 Opence alla settimana in verdure fresche e dieci pence e mezzo in latte (,si ricordi che un membro della famiglia è un bambino inferiore ai tre anni) e niente in frutta; ma spende uno scellino e nove pence in zucchero (vale a dire circa otto libbre di zucchero) e uno scellino in tè. La mezza corona spesa in carne potrebbe rappresentare qualche bistecca e un po' di stufato; probabilmente potrebbe anche rappresentare, se pur non sempre, quattro o cinque scatolette di manzo. La base della sua dieta, pertanto, è pane bianco e margarina, manzo in scatola, tè zuccherato e patate: una dieta deprimente. Non sarebbe meglio se quella famiglia spendesse più denaro in cose sane come arance e pane integrale o se addirittura, come l'autore della lettera al New Statesman, risparmiasse sul combustibile e mangiasse carote crude? Sl, sarebbe meglio, ma il fatto è che nessun comune essere umano sarà mai disposto a fare una cosa del genere. L'ordinario essere umano preferirebbe morir di fame piuttosto che vivere di pane nero e carnte crude. E il guaio caratteristico è questo, che meno quattrini si hanno e meno ci si sente disposti a spenderli in cibo sano. Un milionario può apprezzare a colazione, ,la mattina, succo d'arancia e biscotti leggeri; un disoccupato no. Qui si rivela la tendenza di cui ho parlato alla fine del precedente capitolo. Quando si è disoccupati, quando cioè non si mangia abbastanza, e si è tormentati, annoiati e depressi, non si ha voglia di mangiare tediosi cibi sani. Si ha voglia di qualcosa un po' « stuzzicante». C'è sempre qualche cibo appetitoso e a buon mercato che vi tenta. Ma sl, prendiamo tre pence di patatine fritte! Andiamo a comperarci un gelato da due pennies! Metti l'acqua sul fuoco, che ci beviamo una bella tazza di tè! Ecco come lavora la vostra mente quando percepite il sussidio di disoccupazione. Pane bianco con margarina e tè ben zuccherato non vi nutrono molto, ma sono più buoni (almeno, molti lo pensano) del pane nero unto di grasso e dell'acqua fresca. La disoccupazione è un tormento senza fine che deve essere Biblioteca Gino Bianco 57

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