CI SARÀ POSTO? R i t o r n o a 11a v i t a . È sulle parole più comuni, semplici, schiette, dal senso meno equivocabile, che lo spirito borghese ha esercitato con maggiore acribia il suo talento denigratocio, la sua vocazione punitiva. Uomo, anzitutto. Dal momento che i borghesi erano « signori » (o magari « cittadini »), rimanevano « uomini » i so1i ,poveri. Da una parte « signore » e « signorine », dall'altra le «donne» (del popolo). 11 termine che per Shakespeare compendiava Je più nobili virtù - l'elogio di Antonio a Bruto: « Un uomo! » - ha definito gli esecutori dei lavori più pesanti e peggio pagati (manovali, facchini...; ancora nella mia infall2lia: « l'uomo del carbone», « l'uomo del ghiaccio» ecc.). Infine, sostituito anche nelle più basse occupazioni dall'« addetto», dall'« operatore» e simili, «uomo» resta a significare nient'altro che l'astratta unità lavorativa che compone l'organico di un'a2iienda, di una squadra, nonché l'unità combattente di una formazione militare. L'attuale colf era stata a lungo la « donna di servizio », anzi « donna » tout court (promozione eufemistica della « serva »): « fisse » o « a ore », per molte generazioni le uniche « donne » di cui si avesse conoscenza. Analogo vdlipendio colpiva vita, degradata a sinonimo di prostituzione: « far la vita », « darsii alla vita », « donna di vita », « ragazzo di vita» ... Forse all'inizio la vita cosi intesa era accompagnata dalla qualifica « cattiva » o « mala » o « brutta », che ben presto dovette sembrare del tutto superflua. {Mi pare che il gergo americano abbia li/e nello stesso signifilcato,mentre l'inglese usa game e il tedesco Szene, che più elegantemente evocano il gioco e la recita). Anche strada e allegria fanno le spese del puritanesimo borghese: « donnina allegra», « donna di strada» (la signora sta in casa). Più ideoloBiblioteca Gino Bianco .3
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