plici. Non sono un professionista. A volte mi •sonoilluso dì avere una vocazione, ma sarei molto imbarazzato se dovessi dire di che vocazione si tratta. La sola cosa a cui mi sono applicato con costanza e quasi con testardaggine fin da ragazzo è la ricerca di un modo di vita che quotidianamente, un giorno dopo l'altro, mi impedisse di precipitare nella disperazione e nel dispr,ezzo di me (sentimenti nei quali ,so per esperienza che facilmente si predpita). Cosl mi sono accorto ad un certo punto che per me la sola cosa reale e giusta era vivere alla giornata. Evitare ciò che intuivo e sentivo istintivamente come male e falsità (o inadatto a me), nell'incertezza di ciò che è (o sarebbe) verità e bene. Questa strategia di vita andava del resto molto d'accordo con il mio temperamento, che è piuttosto mite e passivo. Sono poche le iniziative che prendo. Poche le cose che intraprendo. Perché di ciò che attivamente faccio devo sentirmi convinto, altrimenti no, non lo faccio. Per agire devo sentirmi in uno stato di necessità, in cui la scelta ,si impone da sé, secondo istinto e ragione. Trovo invece molto facile capire che cosa non fare, che cosa non fa :per me. Ci sono poi azioni che ho compiuto per contagio, per gentilezza e condiscendenza momentanea, cioè per far piacere a persone stimabili, amabili e simpatiche, ma prive di potere nei miei confronti. Solo la prepotenza o il tentativo di costringe11micon la forza o con ,il ricatto riesce a suscitare in me energie straordinarie, che di solito non trovo. Sono le energie della res.Istenza passiva. Per tutte queste ragioni io sono ormai e mi considero politicamente inattendibile. III. Nell'occidente moderno la ,politica è stata considerata l'agire per eccellenza. L'uomo politico è colui che agisce, è lui l'azione: quasi che tutti gli altri fossero occupati Jn qualcosa di inferiore e di secondario, quakosa di limitato e di non decisivo, di settoriale, particolare, egoistico. Solo l'uomo poltico, secondo questa concezione tanto aberrante quanto diffusa e radicata, sarebbe colui che, nell'azfone, .38 Biblioteca Gino Bianco
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