borati delle religioni tradizionali erano meno noiosi della fiera concezione laica della storia, dello stato, e dell'umanità che prende in mano il proprio destino. Come docente universitario, considerando Ia dubbia utilità dell'istituzione in cui lavoro, ho l'impressione di guadagnare abbastanza, anche se quello che guadagno non è il mass•imo che potrei avere. Preferisco non salire nella scala gerarchica pur di non sottopormi ancora al giudizio di commissioni inevitabihnente distratte, sia che vogliano favorirmi sia che tengano in poco conto i miei scarsi titoli. Considero d'altra parte l'università, o almeno le facoltà umanistiche, come una illuminata forma di mecenafrsmo statale a favore di alcune migliaia di individui, che dovrebbero sent-irsidel tutto liberi di usare al meglio la propria mente, trasmettendo ad altri, più giovani e inesperti, H senso di un esercizfo libero e disinteressato delle proprie facoltà, anzitutto della facoltà preziosa e poco utile di trasferirsi con l'immaginazione, attraverso opere -letterarie, artistiche e filosofiche, in mondi :lontani dal nostro mondo presente. Non sono mai stato iscritto a un ,partito. Da alcuni anni non voto. Potrei votare contro qualcuno. Ma in realtà si vota a favore di qualcuno, ed è per questo che non riesco facilmente a trovare un simbolo su cui tracciare con convinzione una croce. L'attività politka mi fa sempre di più l'impressione di un agire coatto, astratto, insensato, per Jo più maniacale, a cui si dedicano con incomprensibile zelo e costanza degli individui speciali, ,ridotti a manichini pubblici, a spettri, parassiti nocivi di cui fa comunità far.ebbe vantaggiosamente a meno. I miei gusti e le mie abitudini, col ,passare degli anni, hanno perso sempre di più ogni rapporto con Ia maggioranza dei gusti, delle abitudini e degli interessi diffosi neHa maggioranza. Non so più se questo sia dovuto aHe mie letture, alla mia cw.tura acquisita, o al mio temperamento, cioè alla mia cultura innata. Come inte1lettuale mi sento infatti piuttosto estraneo all'ambiente inteUettuale, come docente sento scarse affinità con gli altri docenti, come autore preferisco chiudere gli ocohi sulla società letteraria. Mi sento solo fra i miei simili. La partedpazione ai riti e aUe attività della mia categoria professionale, e ogni rapporto fra colleghi, mi dà presto un senso di sazietà, come un inutile congratularsi fra com37 Biblioteca Gino Bianco
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