poco più realistico, il Decano che vieta alle figlie il matrimonio e la carriera artistica è soprattutto un vecchio egoista, un tiranno, e i1 suo comportamento appare censurabile anche secondo l'opinione del suo tempo. Ma proviamo a immaginare la stessa situazione solo qualche decennio dopo o magari oggi. Non c'è dubbio che il Decano avrebbe giudiziosamente concesso la mano di Martina al nobile e ambizioso tenente destinato ai più alti gradi e si sarebbe ben guardato dall'impedire a Filippa di diventare una stella deill'Opera. Con vantaggio di tutti e a maggior gloria di Dio, ché l'agiatezza gli avrebbe permesso di costruire una chiesa nuova e di fare tante opere di bene. Ma che dico: il sagace Decano non avrebbe aspettato che glielo si chiedesse, si sarebbe accorto lui per primo e molto presto che le figlie erano due bellezze e Ja seconda per di più col dono d'una splendida voce. Le avrebbe fatte studiare e educare al meglio, partecipare ai concorsi radiofonici e televisivi... Saputo che Papin era nei paraggi, sarebbe andato dal famoso cantante pregandolo di accordare un'audizione alla figlia. Le avrebbe messe in vetrina, ne avrebbe offerto corpo e anima sul mercato, cercando di spuntare il miglior prezzo. Sarebbe stato lui, il Decano, il primo banditore dei loro talenti, e poi i1 l procuratore, manager, press agent ... Avrebbe costruito la chiesa, l'asilo, l'ospedale; avrebbe ristampato i suoi Se11moninella Bur o negli Oscar e li avrebbe presentati al « Maurizio Costanzo Show »; si sarebbe fatto intervistare a « Mixer »; avrebbe accettato di tenere una rubrica su « Famiglia cristiana » o « Panorama »; avrebbe venduto le sue memorie a Garzanti o Sperling & Kupfer, previa uscita a puntate su «Gente» ... H vecchio Decano era un bell'egoista, un tiranno. Ma credeva fermamente (fanaticamente) in Dio e voleva il Paradiso per sé e per le figlie. Nel frattempo Dio è morto, ma tra l'Inferno certo del denaro e del successo e l'ormai incerto, improbabilissimo Paradiso, mi pare che la seconda scelta sia ancora la più decente, la meno indegna. Quella vita, quella mentalità, quei costumi che caratterizzavano la generazione dei nonni (ma impersonata soprattutto da donne) nella mia infanzia li ho soprattutto patiti. Quelle case mai sufficientemente riscaldate e illuminate, per risparmiare carbone e elettricità, Biblioteca Gino Bianco
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