cerimonia del pranzo acquista peculiari valori simbolici, ma dà anche un'idea della cortesia e convivialità correnti e di una sostanziale unità culturale. Dovrebbe colpire, in Babette, la naturalezza con cui la vecchia nobildonna e il nipote generale, frequentatore abituale di teste coronate, s'incontrano nella casetta del Decano con la modesta, mediocre comunità e siedono alla stessa tavola. Poco o nulla hanno da dirsi, e pure non c'è alcun imbarazzo. Con la stessa naturalezza v'era passato, tanto tempo prima, Papin, il cantante acclamato nei massimi teatri europei. E vi approderà la parigina Babette, pure lei una celebrità nel suo mestiere o arte, stabi,lendosi definitivamente in quell'oscuro, sperduto luogo. Nella borghesia italiana del secolo scorso, dalla piccola all'alta, circolava un certo spirito calvinista, la cui manifestazione più evidente era la religione del lavoro. Il celebre Self-Help e pubblicazioni analoghe (derivazioni, imitazioni, sottoprodotti anche, del libro di Smiles) erano assai diHuse. Il tardivo e diffkoltoso decollo del capitalismo italiano prendeva inevitabilmente i suoi modelli culturali dai paesi dove il capitalismo s'era affermato. La tavola dei doveri familiari e sociali era in tutto uguale per cattolici, protestanti, agnostici. Buona parte della borghesia disertava la chiesa, quando non era esplicitamente anticlericale e atea, ma anche i borghesi rimasti cattolici praticanti (le donne soprattutto), .ferma restando l'autorità del Papa e della gerarchia in materia di fede, si sentivano ministri della nuova religione del lavoro, impegnati anzitutto di fronte alla propr.ia coscienza. A proposito di figure e valori laici (libertà, arte, scienza, progresso) si può parlare legittimamente di culto, un culto non inferiore per serietà e fervore a quello riservato ai valori sacri. Mazzini era dopotutto un santo, e Garibaldi anche. E Pasteur. E Madame Curie. Manzoni e Verdi erano ben più che uno scrittore e un musicista grandissimi, erano anche educatori dei sentimenti, maestri di morale, esempi di vita ... Come immagine del capitalismo i dublinesi di Joyce-Huston sono poco significativi, meno ancora l'isolata comunità di Blixen-Axel. Siamo a1la periferia del grande processo, come del resto l'Italia provinciale dei miei nonni. Forse è questa comune marginalità a deterBiblioteca Gino Bianco 31
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