Diario - anno VI - n. 8 - giugno 1990

trandosi duramente con i figli sindacalizzati. .. Ma l'ostilità del padre ai nuovi valori non è riducibile alla mera difesa della posizione raggiunta e al dispetto per la perduta autorità (i figli emanci,pati non Jo rispettano come lui vorrebbe, come lui ,ris•pettava-temeva suo padre). C'è anche questo, ma non è tutto. Un'·accusa t1pica del genitore ai figli è di ripetere pappagallescamente formule di altri (e anche di parlare troppo: la sua generazione pesava le parole, come ogni cosa). Che è vera, alla lettera. Il suo rifiuto di associarsi, la sua diffidenza per l'istituto della delega non esprimono solo il timore di declassarsi (regredendo nella massa, da cui lo distingue il grado di caposquadra, guadagnato in anni di fatica, applicazione, sacrifici) e di non essere tutelato convenientemente. Dietro le preoccupazioni economiche e di status, alla base della sua resistenza c'è una concezione « religiosa » della persona. C'è la ripugnanza di principio a spossessarsi di sé. La caparbia difesa della propria individualità e autonomia non è capace di vedere, dello associazionismo, i valori solidaristici né i vantaggi pratici (rafforzamento della capacità contrattuale), ma intuisce fin troppo bene la deresponsabil.izzazione che pure ne consegue. Non c'è dubbio che il vecchio è il risultato di un'esperienza più forte e profonda di quella dei figli. Egli s'è fatto da sé, nel senso che ogni sua conoscenza, abilità tecnica, ogni suo pensiero sono il frutto di uno sforzo personale, di una sperimentazione diretta. È paragonabile a un manufatto che abbia conservato la coscienza di tutto il lavoro materiale e intellettuale impiegato ,per arrivare al prodotto finale a partire dalle materie prime (il ferro, il legno). È un prototipo, mentre i suoi figli nascono già come dei semilavorati. In attesa dei trionfi dell'istruzione obbligatoria, della stampa popolare, del cinema, della televisione, della pubblicità, già le prime scuole pubbliche, i manualetti di fo11mazione professionale, il servizio militare e la stessa cultura sindacale cominciavano a sfomare, se non ancora prodotti in serie, uomini a personalità e responsabilità limitata. Sabotando fo sciopero, oggettivamente il vecchio tradisce la sua classe. Ma sarebbe scorretto liquidarlo come « servo del padrone». Interessa invece capire il suo particolare rapporto col lavoro. Il lavoro che svolge è cosa sua, egli lo conosce, lo possiede pienamente per averlo appreso attraverso un lungo tirocinio, perché « ci ha mesBiblioteca Gino Bianco 13

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