mente il sentimento e la convinzione di moltissimi uomini e donne di sinistra, dall'operaio al ,padroncino, dalla casalinga all'intellettuale. Ma quanti di costoro (di noi) ne sono consapevoli e disposti ad ammetterlo? Per quanti di noi, e in che misura, il. fatto che non si voglia il cambiamento -rappresenta una sconfitta, una delusione, un rimorso, o non coincide invece con i nostri interessi? Da quanto ,tempo le cose stanno in questi termini? U n p a r e n t e i n s o s p e t t a t o . Il bicentenario della Rivoluzione francese, a parte le celebrazioni e gli studi, le mostre e le pubblicazioni, ha acceso anche qualche scaramuccia giornalistica, sortite strumentali, interventi a effetto, soprattutto nel giro politico. S'è rispolverato il vecchio gioco delle ascendenze, affinità e !i.dentificazioni, giustificato dal fatto che l'arsenale di concetti, simboli e termini con cui ci si trastulla non è quasi cambiato nei due secoli che ci separano dal grande evento: Libertà, Eguaglianza, Fraternità, Volontà generale, Diritti, Cittadino, Nazione, Rivoluzione, Reazione, Controrivoluzione, Terrore, Vandea, Termidoro, Bonaiparnismo eoc. ecc. Per limitarci a un esempio, il Pci che sempre aveva preso le distanze da Robespierre e Saint-Just, ancor troppo «borghesi», scavalcando d'un colpo i giacobini, preferisce ora apparentarsi ai gkondini, come già il craxi~socialismo. L'abbandono di Marx e Lenin è nulla, se siamo arrivati a sentir deplorare da intellettuali comunisti la condanna di Luigi XVI ... Ma il gioco, solo che lo si porti un po' a fondo, rischia di farsi imbarazzante davvero. Anni fa, leggendo le Memorie d'oltretomba, ero irimasto colpito da certe coincidenze e parallelismi. Nelle velleità e impuntature politiche di Chateaubriand, nel suo servire con riserva e controvoglia una causa (Napoleone, i Borbone) mentre ambiva tutt'altro, nei suoi orgogli e moralismi, nella sua perenne frustrazione, ritrovavo alcunché di familiare. Un certo intellettuale di sinistra continua a vivere un sogno (la Rivoluzione, i suoi Profeti, i suoi Martiri) che assomigliianon poco alla mitologia di Chateaubriand. Non c'è dubbio che in questo secolo la Tradizione culturale più ricca, più nobile, più legittima è rappresentata dal marxismo. C'è stata anche 10 Biblioteca Gino Bianco
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