esser risolti da misure generali di ordine social-statale, senza scosse violente. Siamo chiamati a riesaminare il diritto alla proprietà fondiaria e i rapporti del lavoratore con lo strumento di lavoro: è questo il solenne ingresso nella nostra futura grandezza? Tutto il nuovo programma della nostra attività storica è cosi ,semplice che non occorre un genio, basta aver gli occhi per sapere quel che si deve fare. Soltanto la t1midezza, l'inettitudine, lo smarrimento del governo gli impediscono di vedere la strada ed esso si lascia sfuggire un'epoca meravigliosa. O Signore! Che cosa non si potrebbe fare di questo disgelo primaverile dopo l'inverno del regno di Nicola! Come si potrebbe approfittare del sangue che torna a scorrere nelle vene e del cuore oppresso che pulsa più liberamente! Pochi sendmenti pesano e schiacciano l'uomo più della consapevolezza che adesso, subito, è possibile slanciarsi in avanti, che si ha tutto sotto mano e manca soltanto la comprensione e l'ardire da parte dei capi. La macchina è riscaldata, consuma invano il combustibile, invano si perde la forza, e tutto perché non v'è una mano coraggiosa che giri la chiave, senza timore d'un'esplosione. Sappiano i nostri conduttori che i popoli perdonano tante cose, la barbarie di Pietro e la dissolutezza di Caterina, perdonano la violenza e i misfatti purché sentano la forza e l'energia del pensiero. Ma l'incompresione, ma la pallida titubanza, ma l'incapacità di approfittare delle circostanze, di prenderle in mano, avendo un potere illimitato, né il popolo né la storia non le perdonano mai, per quanto buon cuore possano avere. La mia appassionata impazienza in questo caso non contraddice affatto alla mia sottomissione piena d'abnegazione ai tragici destini dell'Europa. In Russia vedo una ,possibilità vicina, la sento, la tocco; in Occidente essa non esiste, per lo meno in questo momento. Se non fossi russo, da un pezzo me ne sarei andato in America. La scelta di queste pagine di Aleksàndr Ivanovic Herzen (Mosca 1812 - Parigi 1870) è stata compiuta sulla sua grande opera autobiografica Passato e pensieri. Abbiamo utilizzato le due traduzioni parziaH pubblicate da Einaudi (1949, a cura di Clara Coisson) e Feltrinelli (1961, a cura di Biblioteca Gino Bianco 83
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==