Diario - anno V - n. 7 - aprile 1989

le chiavi e mi accompagnò attraverso il cortile. La casa e l'appartamento erano cinti da una cancellata; nell'interno del cortile gli alberi verdeggiavano dietro la casa. L'appartamento era in disordine, trascurato, probabilmente disabitato da molti anni. I mobili erano semi-antichi, del primo impero, con la linea·rità romana e le dorature annerite. L'alloggio non era né grande né lussuoso, ma la disposizione delle stanze, dei mobili, tutto insomma mostrava una concezione diversa degli agi della vita. Contiguo a un salotto non grande ce n'era un altro piccolissimo, completamente appartato, accanto alla camera da letto c'era lo studio con librerie e una grande scrivania. Girai per le stanze e mi sembrò d'aver di nuovo trovato, dopo lungo vagabondare, un'abitazione possibile, una casa mia e non una camera d'albergo, non una stalla ad uso degli uomini. Questa osservazione si può estendere a tutto, ai teatri, ai passeggi, ai ristoranti, ai libri, ai quadri, agli abiti: tutto si è abbassato qualitativamente e tutto è aumentato numericamente. La folla di cui parlavo dianzi è la migliore riprova del successo, della forza, dello incremento, essa sfonda tutte le dighe, ricolma tutto e trabocca. S'accontenta di tutto e nulla le basta. Londra è angusta, Parigi è esigua. Cento vagoni a rimorchio non bastano, con quaranta teatri i posti mancano; perché il pubblico londinese possa vedere un lavoro drammatico, occorre ripeterlo per tre mesi consecutivi. « Perché tenete dei sigari cosl cattivi? » chiesi un giorno a uno dei maggiori negozianti di Londra. « È difficile procurarne dei buoni, e non mette conto. Gl'intenditori sono pochi e gl'intenditori ricchi sono ancora meno. » « Come, non mette conto? Potreste far pagare i sigari otto pences l'uno. » « Per noi non significherebbe quasi nulla. Voi e altri dieci clienti comprereste da me i sigari buoni: sarebbe un gran guadagno? In un giorno si vendono più sigari da due e da tre pences che di quelli buoni in un anno. Perciò non ne voglio più ordinare altri. » Ecco un uomo che ha colto a perfezione lo spirito del mondo di oggi. Tutto il commercio, e quello inglese in particolare, si fonda adesso sulla quantità e sulla modicità, e non sulla qualità, come pensavano i vecchi che compravano con rispetto i temperini di Tula con la marca di fabbrica inglese. Ogni cosa acquista un significato 77 Biblioteca Gino Bianco

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