Diario - anno V - n. 7 - aprile 1989

minzita, col benessere che è fine a se stesso; se vogliamo, è più vicina alla cortigiana che si vende che alla donna perbene, la quale vende tre volte più caro il lavoro strappato alla fame altrui. L'arte non si trova a suo agio nella casa del borghese, manierata, troppo adorna, parsimoniosa, e la casa del borghese dev'essere tale; l'arte sente che in quella vita essa è -ridotta a far la parte d'un ornamento esteriore, d'una tappezzeria, d'un mobile, è ridotta a fare da organetto; il suonatore si caccia via quando disturba, quando s'ha voglia d'ascoltarlo gli si dà un soldo, e siamo pari... L'arte che è per eccellenza una squisita proporzionalità non può sopportare il. metro, la vita soddisfatta della sua limitata mediocrità, macchiata ai ·suoi occhi della più orribile macchia del mondo: la volgarità. Però ciò non impedisce affatto a tutto il mondo colto di andare verso la borghesia, e l'avanguardia vi è già pervenuta. La borghesia è l'ideale verso il quale l'Europa tende e s'innalza da ogni punto dei suoi bassifondi. È la « gallina lessa » di cui sognava Enrico IV. Una casetta con le finestrelle sulla strada, la scuola per il figlio, gli abiti per la figlia, un operaio ·per i lavori pesanti, sl, questo è il vero porto di salvezza. Scacciato dalla terra che coltivò nel corso dei secoli per il suo padrone, discendente d'un contadino mutilato in battaglia, condannato all'ergastolo a vita e alla fame, l'operaio a giornata, il bracciante senza casa, nato pezzente e destinato a morire pezzente, si terge il sudore e guarda alla prole senza atterrirsi soltanto quando diviene proprietario, padrone, borghese; suo figlio non sarà condannato al servaggio perpetuo per un tozzo di pane, sua figlia non sarà votata all'opificio o al postribolo. Come non slanciarsi verso la borghesia? L'ideale del padrone di bottega - di quel cavaliere, di quel sacerdote del ceto medio - aleggia dinanzi agli occhi del bracciante fino a quando le mani callose e stanche non gli cadranno sul petto spezzato ed egli non guarderà la vita con quella ca1ma irlandese della dispera~ione che esclude ogni sogno, ogni aspettazione, all'infuori del sogno d'un mezzo litro di whisky per la domenica seguente. La borghesia è l'ultima parola di una civiltà fondata sull'autocrazia incondizionata della proprietà, è la democratizzazione della aristocrazia, l'aristocratiizazione della democrazia; in quell'ambiente Almaviva è uguale a Figaro, dal basso tutto tende verso la borghesia, 74 Biblioteca Gino Bianco

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