canti come Goethe. La borghesia approfittò della loro opera e apparve liherata non solo dai monarchi e dalla schiavitù, ma anche da tutti i gravami sociali, eccetto Ja contribuzione al prestito che proteggeva il loro governo. I borghesi fecero del protestantesimo la loro religione, una religione che concilia la coscienza del cristiano col mestiere dello strozzino, una religione cosl borghese che il popolino, il quale versò il suo sangue per essa, l'ha disertata. In Inghilterra la « plebe » frequenta sempre meno le chiese. La riforma e la rivolu~ione si spaventarono tanto per il vuoto del mondo nel quale entravano, che cercarono scampo in due ordini monastici: nella ,gelida e noiosa bigotteria del puritanesimo e nell'acido e forzato civismo del formalismo repubblicano. L'intolleranza dei quaccheri e dei giacobini era fondata sul timore di non trovarsi su un terreno solido; essi si erano accorti d'aver necessità di mezzi forti per convincere gli uni che quella era la chiesa e gli altri che quella era la libertà. Questa è l'atmosfera generale della vita europea. Più pesante e più intollerabile essa riesce là dove le condizioni della vita occidentale contemporanea sono maggiormente progredite, dove sono più fedeli al loro pruncipio, dove c'è maggior -ricchezza,maggior cultura, vale a dire maggiore industria.Ed ecco perché in Italia o in Ispagna non ci s:i sente cosl intollerabilmente soffocare come in Inghilterra e in Francia ... Ed ecco perché la Svizzera alpestre, povera e contadina, è l'unico cantuccio d'Europa dove ci si possa appartare dal mondo. [ Città italiane] ... Il carattere architettonico, monumentale, de11ecittà italiane, in uno col loro stato di abbandono, alla fin fine viene a noia. L'uomo della nostra epoca non vi si sente in casa propria, ma in uno scomodo palco di teatro, sulla cui scena figurano grandiose decorazioni. In esse la vita non si è equilibrata, .non è semplice né comoda. Il tono è forzato, in ogni cosa si ritrova fa declamazione e, per giunta, fa declamazione italiana ,(chi ha sentito una lettura di Dante 71 Biblioteca Gino Bianco
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