sue tradizioni e le sue norme, col suo bene e col suo male, con i suoi metodi e la sua moralità d'infimo ordine. Come il cavaliere era il protot1po del mondo feudale, cosl il mercante è divenuto il prototipo del mondo nuovo; i signori sono stati sostituiti dai padroni. Il mercante è, di per sé, una figura scialba, intermediaria; sensale tra chi produce e chi consuma, egli rappresenta una specie di veicolo, di mezzo. Il cavaliere era più se stesso, era più un individuo e si prendeva cura, come poteva, della sua dignità; per questo non dipendeva in fondo né dalla ricchezza, né dalla carica; la sua personalità era l'essenziale; nel borghese la personalità si cela o non è messa in evidenza perché non è l'essenziale; l'essenziale è la merce, l'affare, la roba, l'essenziale è la proprietà. Il cavaliere era un perfetto ignorante, un attaccabrighe, uno spadaccino, brigante e monaco, ubriacone e pietista, ma in ogni sua cosa era aperto e sincero; per di più era sempre pronto a farsi accoppare per ciò che riteneva giusto; aveva una sua legge morale, un codice d'onore alquanto arbitrario, ma dal quale non defletteva senza perdere la propria stima o la stima dei suoi pari. Il mercante è uomo di pace e non di guerra, cocciuto e tenace &fende i suoi diritti, ma è debole negli assalti, calcolatore, avaro; in ogni cosa vede un mercato; al pari del cavaliere, egli si mette a duellare con chiunque gli càpiti tra i piedi, ma il suo è un duello di scaltrezza. I suoi padri, abitanti delle città medievali, furono costretti a destreggiarsi per salvarsi dalla violenza e dal saccheggio, comprarono la tranquillità e la ricchezza mediante la sornioneria, facendosi piccini, .filngendo, frenandosi. Col cappello in mano e proni fino a terra i suoi padri truffavano il cavaliere; scrollando il capo e sospirando, parlavano coi vicini della loro povertà, ma nel tempo stesso sotterravano il denaro alla chetichella. Tutto ciò è passato naturalmente nel sangue e nel cervello della posterità ed è divenuto la caratteristica fisiologica d'un tipo speciale di umanità, del cosiddetto ceto medio. Finché rimase in una situazione infelice e si alleò con la periferia lucente dell'aristocrazia per la difesa della sua fede, per la conquista dei suoi diritti, fu pieno di grandezza e di poesia. Ma non durò a lungo; una volta che si fu impadronito del posto e vi si fu 67 Biblioteca Gino Bianco
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