Diario - anno V - n. 7 - aprile 1989

Non è poi un ,gran male, siamo in pochi e presto morremo! Ma come si sviluppano gli uomini fuori del loro ambiente? ... Immaginate un giovinetto, delicato fiore di serra, e sia pur quello dell'autoritratto del Sogno, immaginatelo viso a viso con la società più noiosa e più pesante di questo mondo, viso a viso col mostruoso minotauro della vita inglese, formato di due animali malamente saldati insieme, l'uno decrepito e l'altro immerso fino ai ginocchi in una palude limacciosa, schiacciato come una cariatide, i cui muscoli perennemente tesi non lasciano salire una goccia di sangue al cervello. Se avesse saputo adattarsi a quella vita, invece di morire a trent'anni in Grecia, sarebbe oggi un Lord Palmerston o un Sir John Russell. Ma, non essendone capace, non c'è proprio da stupirsi se, insieme col suo Harold, dice alla nave: « Portami dove vuoi, purché sia lungi dalla patria». Ma che cosa l'aspettava laggiù? La Spagna, straziata da Napoleone, 1a Grecia imbarbarita, la risurrezione universale di tutti i fetenti Lazzarl dopo il 1814; da essi non poteva trovare scampo né a Ravenna né a villa Diodati. Byron non poteva accontentarsi alla tedesca delle teorie sub specie aeternitatis, né alla .francese di chiacchiere politiche; ed egli si spezzò, ma si spezzò come un terribile Titano, gettando il suo disprezzo in faccia agli uomini, senza indorare la pillola. La frattura che Byron senti come poeta e come genio, quaranta anni or sono, dopo una serie di nuove prove, dopo il sozzo periodo transitorio dal 1830 al 1848 e quello infame dal 1848 a oggi, ha colpito adesso molte persone. E, come Byron, noi non sappiamo che fare, né dove posare il capo. ... Noi sappiamo come la natura disponga degli individui: dopo o prima, senza vittime o passando sul petto dei cadaveri... per essa è tutt'uno, seguita le sue faccende, o seguita quel che le è capitato sotto mano; durante decine di migliaia d'anni mette insieme un atollo e ogni primavera abbandona alla morte le schiere degli accorsi; i polipi muoiono senza sospettare d'aver lavorato al progresso del1'atollo. A qualcosa serviremo anche noi. Entrare nel futuro come un elemento non significa ancora che il futuro attuerà i nostri ideali. Roma non ha attuato né la repubblica di Platone, né l'ideale greco 65 Biblioteca Gino Bianco

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