Diario - anno V - n. 7 - aprile 1989

meri, trovate un poco scomposto e eccessivo, non fatevi ingannare. La vera indignazione che trova scandaloso un misfatto è poco frequente in Italia. Dopotutto qui è ,stato assassinato Giulio Cesare, qui hanno operato Caligola e Nerone, l'impero romano qui è andato in rovina, qui, attraverso ti secoli, i papi hanno mischiato il sacro e il profano e il clero ha iniventato e sperimentato tutti i modi più sottili per trasformare il dissennato estremismo evangelico in un'arte della sopravvivenza e dell'adattamento al mondo cosl com'è. Ghe cosa può ancora spaventarci? Noi alla catastrofe non ci crediamo. Per scaramanzia, quando piove a dirotto noi non nominiamo i temporali. La critica, quando non è un modo per alzare la voce, porta male! Perché accanksi a parlar male del male? Credetemi, l'idea di rivoluzione ha attecchito per poco dalle nostre parti. Anche se senza dubbio capaci di una flemmatica efferatezza, non siamo degli estremisti. L'estremiSl!llorivoluzionario italiano è stato un fuoco di paglia, una reazione disperata contro la certezza, diffusa da Comunisti e Democristiani, che niente sarebbe cambiato nei rapporti reali di potere da qui a cento anni. La cosa più grave era La esistenza di una classe dirigente senza ricambio, che occupava tutti. i posti a vita, e che teneva m vita nelle sue poltroncine di raso dei manichini irreali. Era una classe dirigente sempre con le -spalle al muro, pietrificata dalla prudenza, e del tutto incapace di mimare anche solo per un'ora l'illusorio idealismo dei giovani. Pur di intravedere un futuro in ascesa, questi giovani allora si sono messi a minacciare in massa una vera e propria rivoluzione, con vere e proprti.eparole attinte dalla tradizione rivoluzionaria. Siamo meno bravi, meno efficienti e autorevoli dei francesi, ma anche noi con le parole sappiamo costruire castelli in terra e in aria. Per alcuni anni siamo perfino diventati estremisti « alla franoese » e oo po' « alla tedesca » e cosl il ciceronismo capzioso e impresentabile del nostro linguaggio pubblico ha rimescolato nuovi ingredienti. Me ne ricordo bene. Ero esasperato dal connubio tra il linguaggio di Aldo Moro, il linguaggio di Enrico Berlingu,er, que1lo dello psicanalista padgino J acques Lacan e quello delle Brigate Rosse. Che paese è mai questo?, mi chiedevo. Che cosa sta succedendo nella testa degli italiani? Preocrnpazioni eccessive. Ero io a prendere troppo sul serio una pioggia di parole che nessuno prendeva sul serio. Ma anche 4 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==