Diario - anno V - n. 7 - aprile 1989

siderarlo un personaggio autorevole. La padrona di casa contemplava, piena di amarezza interiore, gli ignobili gusti del marito, e li contentava cosl come Luigi Filippo, all'inizio del suo regno pieno di condiscendenza verso i suoi elettori, invitava ai balli alle Tuileries degli interi rez-de-chaussée,dei capomastri in bretelle, dei mercanti di colori, dei ciabattini e altri cittadini onorari. Belinskij a quelle serate si sentiva completamente smarrito tra un ambasciatore di Sassonia che non capiva nemmeno una parola di russo, e qualche funzionario della III Sezione, che capiva persino le parole non pronunciate. Generalmente, era poi malato per due o tre giorni, e quindi malediceva colui che lo aveva convinto ad andarci. Un certo sabato, alla vigilia di capodanno, il padrone di casa pensò bene di fare un ponce en petit comité dopo la partenza degli ospiti più importanti. Belinskij se ne sarebbe senz'altro andato, ma una barricata di mobili gli impediva il passaggio; si rintanò quindi in un cantuccio e davanti a lui venne posto un piccolo tavolo con del vino e dei bicchieri. Zukovskij, che portava i pantaloni bianchi listati d'oro della divisa, si sedette di fronte a lui, un po' da una parte. Belinskij pazientò a lungo, ma, non vedendo la sua sorte migliorare, cominciò a smuovere leggermente il tavolo; questo prima cedette, poi barcollò e crollò a terra, e una bottiglia di bordeaux si rovesciò su Zukovskij. Lui balzò in piedi mentre il vino rosso scorreva ,sui suoi pantaloni; vi fu un trambusto, un servo con un tovagliolo si precipitò a spandere il vino rosso sulle parti ancora intatte dei pantaloni, un altro raccolse i bicchieri rotti ... Durante questa confusione Belinskij sparl e, quasi moribondo, corse a casa a piedi. Caro Belinskij! Per quanto tempo s'inquietava e rimaneva sconvolto da simili incidenti, con quanto sgomento li ricordava, senza sorridere, camminando per la stanza e scuotendo la testa! Ma quest'uomo timido, questo corpo macilento albergava la possente natura di un gladiatore; sl, era un forte combattente invero! Non sapeva predicare, insegnare, ma bramava la discussione. Quando non era irritato né contraddetto, non parlava bene, ma quando si sentiva punto ,sul vivo, quando erano discusse le ,sue più care convinzioni, quando i muscoli delle sue guance cominciavano a vibrare e la voce gli veniva meno, allora sl che offriva un bello spettacolo: si lanciava sull'avversario come una pantera, lo faceva a pezzi, lo .ridico55 Biblioteca Gino Bianco

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