Diario - anno V - n. 7 - aprile 1989

... La frase che causò i maggiori danni e mediante la quale i conservatori tedeschi si sforzavano di conciliare la filosofia con la realtà politica della Germania: « Tutto ciò che è reale è razionale, » era un altro modo di esprimere il principio della causa sufficiente e della corrispondenza tra fatti e logica. La fraintesa frase di Hegel diventò in filosofia ciò che una rvolta erano state le parole del girondino cristiano Paolo: « ... non v'è autorità se non da Dio.» Ma se le autorità che esistono sono ordinate da Dio, e se l'ordine sociale esistente è giustificato dalla ragione, anche la lotta contro di esso, in quanto esiste realmente, è giustificata. Dal punto di vista formale, queste due senten~e sono una pura e semplice tautologia, ma, tautologia o no, esse conducevano direttamente al riconoscimento delle autorità supreme, e al fatto che l'uomo doveva starsene a braccia conserte, come lo desideravano appunto i buddisti berlinesi. Per quanto tale opinione fosse contraria allo spirito russo, i nostri hegeliani moscoviti, sinceri nel loro errore, la accettarono. [Belinskij] Belinskij era assai timido e si smarriva in genere in una società numerosa. Ne era consapevole, e, desiderando celarlo, faceva cose assai comiche. K. lo convinse a far visita ad una signora; a misura che si avvicinava alla sua casa, Belinskij diventava sempre più cupo, continuava a domandare se non ci si poteva andare un altro giorno, diceva di aver mal di capo. K., conoscendolo, non accettava i suoi pretesti. Quando furono giunti a destinazione, Belinskij scese dalla slitta e tentò di fuggir via, ma K. lo afferrò per -il cappotto e lo condusse con sé per presentarlo alla signora. Belinskij ·compariva talvolta alle ,serate diplomatico-letterarie del principe Odojevskij. Vi si riuniva gente che nulla aveva in comune all'infuori di un certo timore e di un certo disgusto reciproco. Venivano funzionari d'ambasciata e l'archeologo Sakharov, dei pittori e A. Mejendorf, dei consiglieri di stato considerati colti, Jakinf Bicurin di Pechino, dei mezzi gendarmi e dei mezzi letterati, e, inoltre, veri gendarmi e gente che con la letteratura non aveva nulla da spartire. A. K. a quelle riunioni tanto tacque che i generali finirono col con54 Biblioteca Gino Bianco

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