bilità e covruzione odierno. Eppure la soppressione di quei partltl era per la Wei'l una necessità vitale. Ma riferire al nostro sistema le ragioni della Weil, basate prindpalmente sulla inconciliabilità dello « spirito di partito » con i prindpi di verità e di giustizia, è fargli troppo onore. E tuttavia la Weil ne parlava come di « una lebbra che ci uccide », di un flagello che « ha divorato tutto», da mettere fuori 1egge « come si vietano gli stupefacenti». Per convinoersi oggi del male rappresentato dai partiti, non occorre rifarsi a Rousseau, non c'è bisogno di argomenti ,filosofici:si tratta di un'evidenza assiomatica. Chiunque capisce che il sistema partitocratico è ormai solo un gigantesco racket. Ma nessuno si decide a prendere la minima iniziativa per contrastarlo. « Le grandi cose» diceva la Weil « sono facili e semplici.» Ma non si può combattere il male se, una volta riconosciuto, non lo si odia. Il male fuori di noi, e pr..imadi tutto il male che è in noi. Per la Weil teoria e prassi non sono mai separate. Da ogni pensiero deve conseguire una condotta coerente. Non c'è pagina de1la Weil che non implichi il problema di « come vivere ». Ma chi ha voglia di cambiare? Non viviamo forse nel migliore dei mondi possibili? Un r i tra t t o . Ne1la sala degli Uffizi che os,pita Diirer ci sono due minuscoli dittici paralleli di Cranach: in uno sono ritratti affiancati Federico il Saggioe Giovanni il Costante, nell'altro Lutero e Melantone. I due principi elettori di Sassonia potrebbero illustrare aUa perfezione le pagine di Burckhardt sull'incameramento dei beni ecclesiastici quale motivo determinante dell'appoggio dei nobili alla Riforma. La loro mostruosa grassezza simboleggia!'·enormità del bottino, assente ogni barlume di pensiero o sentimento dai volti, che esprimono solo un'ottusa sazietà: l'immane lavoro della digestione non lascia spazio ad altro. Di Federico il Saggio abbiamo anche un ritratto« prima del pasto»: è una tela di Diirer datata 1496 (Berlino, Gemaldgalerie) in cui l'occhio dilatato e famelico dell'ancora magro principe dà ,la misura di un appetito bestiale. « Dopo il pasto»: vedi ancora il'incisione di Diirer datata 1524, e soprattutto il dipinto di Cranach Federicoil Saggiotra Lutero e Melantone (Museo di Toledo, 46 Biblioteca Gino Bianco
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