Diario - anno V - n. 7 - aprile 1989

pravvivenza economica. Quando ciò succede, l'effetto del grande ,rispetto al medio professionista è quello della ghigliottina rispetto al bastone, del tumore maligno rispetto alla bronchite. C o r p i e s t -r a n e i . La pubblicaz,ione negli ultimi tempi di scritti di Simone Weil (anzitutto i tre v-olumidei Quaderni, curati da Giancarlo Gaeta per l'Adelphi, nonché la ristampa di altre opere presso piccoH editori) ha il senso di un rinnovato interesse della nostra cultura per la pensatrice francese? Credo si possa tranquiUamente rispondere di no. Non bastano i titoli: bisognerebbe conoscere tirature e vendite, che (penso di non sbagliare) devono essere assai modeste. Ma ila riprova più ,sicura è data dal silenzio sulla Weil nel dibattit-o f.ilosoficoe letterario. Simone Weil ,continua, e più che mai, a essere ,un c-orpoestraneo per la nostra cultura. Non è un caso che a far conoscere la Weil in Italia siano state per prime le edizioni di Comunità con la pubblicazione tra il '52 e il '56 di tre libri fondamentali: La condizione operaia, La prima radice (L'énracinement), Oppressione e libertà. La casa editrice di Adriano Olivetti rappresentava una linea culturale che allora si sasarebbe potuta definir.e « terzaforzista », nettamente distinta dal crocianesimo, dal marxismo, dal cattolicesimo. Un Hberal-socialismocon forti venature etico-religiose. Può darne un'idea citare qualcuno degli autori pubblicati: Weber e Kierkegaard, Fromm e Mumford, Calogero e Jaspers, Mounier e Gandhi... Ma ,l'interesse per un pensiero e una testimonianza cosl straordinari fu di breve durata e toccò pochissimi. Se cerco tira le opere di scrittori italiani quelle che rechino tracce di un'influenza weiliana, trovo solo i nomi di Franco Fortini e Elsa Morante ... Per anni e anni l'unico saggio significativo a lei dedicato è stato quello, molto tendenzioso, di Augusto Del Noce (che allora se ne servl abilmente per la sua polemica anti-marxista, ma dubito che oggi la proponga come m-odelloai suoi nuovi amici ciellini). Ancora peggiore fu la sorte della Weil negli anni Sessanta e Settanta. Tramontate le speranze « terzaforziste », ignorata e ·rimossa dalla cultura dominante, fu adottata da frange cattoliche o esoteriche, col risultato di darne l'immagine appunto di una mistica, 44 Biblioteca Gino Bianco

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