« d'autore ». È stato come passare una serata in una casa vecchiotta, dignitosa, costruita con buoni materiali da artigiani che sapevano il mestiere, seduto in una comoda poltrona, in compagnia di persone decenti, trattato con cortesia: un sogno d'altri tempi, rispetto alle pretenziose, pseudofunzionali galere oggi di moda, alla cattiva qualità e al cattivo gusto dell'arredo, dei vestiti, dei modi e dei discorsi di gente chiassosa e stupida, esibizionisti che non hanno nulla da esibire, insignificanti anche nelle loro nevrosi. Adorno diceva negli anni Quaranta che da ogni film si esce sempre peggiorati, più cattivi. Forse esagerava un po', ma il suo incontro col cinema era avvenuto quando la sua formazione era già compiuta e nel confronto con la grande tradizione culturale la settima arte non poteva non apparirgli singolarmente rozza. Io col cinema ci sono nato, il cinema ha concorso alla mia educazione insieme e contemporaneamente {non in contraddizione) alle altre forme artistiche e alla tradizione culturale. Probabilmente mi ha nuociuto. Il cinema, come la generale massificazione culturale, ha distrutto la possibilità che si sviluppassero forme di sensibilità artistica che la generazione di Adorno è stata l'ultima a possedere. Ma è difficile rimpiangere ciò che non si è conosciuto. Ignoro ciò che il cinema m'ha tolto, so quel che m'ha dato. Se l'ho sublto, l'ho anche molto amato. Posso invece dire con piena conoscenza di causa che il cinema sembra aver espresso il meglio di sé nei primi decenni della sua esistenza e poi non ha fatto che peggiorare, del resto unitamente alla letteratura, alle arti e al pensiero in genere. Quando gioco col telecomando passando da un canale all'altro, da uno spot a un altro spot, da una menzogna a un'idiozia, da una musica atroce a una brutta faccia, da brutti colori a altri brutti colori, non appena incappo in un'immagine in bianco e nero mi fermo automaticamente, con una improvvisa accensione di speranza. Quando uscl, Nebbie era un film mediocre. Se nei primi anni Cinquanta mi fosse capitato di vederlo, l'avrei disprezzato (forse è successo, e l'averlo cancellato dalla memoria confermerebbe il giudizio negativo). Ma ora ti fa quasi colpo: una storia che tiene dalla prima all'ultima inquadratura, un regista che sa dirigere, sceneggiatori che sanno scrivere dei buoni dialoghi, attori che sanno recitare, un prodotto corretto, senza sprechi 38 Biblioteca Gino Bianco
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