designer, promotori, pubblicitari, giornalisti, programmatori, assicuratori, stilisti, estetisti, operatori di borsa, operatori sanitari, operatori di volo, operatori artistici, operatori sportivi, operatori turistici ... I ribelli e i sospetti sarebbero disfatti nel giro di pochi giorni da questa classe media in occhiali scuri e giubbetto antiproiettile, lettrice dei supplementi patinati della «Repubblica» e del «Corriere», di « Capital », « Quattrosoldi », «Ruote e motori», «Sub», «GenteMoney », « Class », « Guns », « Shooting », « Commando », da questa classe media armata delle sue carabine, fucili a cannocchiale, rivoltelle, lanciarazzi, spingarde; incalzati, accerchiati, travolti da questa classe media motorizzata alla guida dei suoi turbodiesel, rally, camper, dragster, fooristrada, gipponi, slitte, cingolati, motociclette; colpiti dal cielo e dal mare da aerei privati, elicotteri, deltaplani, yacht, catamarani, gommoni, motoscafi; stanati da cani lupo, mastini, dobermann... Le emittenti televisive di stato e private, le prime con qualche perplessità iniziale e imbatazzo residuale, le seconde con sbracato entusiasmo, darebbero il loro appoggio a questi crociati estemporanei, difensori della libertà, della democrazia, dell'ordine, del diritto e della qualità della vita, sottolineandone il coraggio e soprattutto l'efficienza; tra un servizio speciale e l'altro sulle gloriose imprese, intensivi programmi di vecchi e nuovi film di guerra, sadosessuali, polizieschi e horror, freneticamente interrotti da ·spot pubblicitari, la miglior arma ideologica, ben più· efficace di qualunque appello patriottico per esaltare il sistema e i valori per i quali si stanno battendo i Rambo e gli Ispettori Callaghan della grande classe media unificata. In quella che, più che una guerra, sarebbe una gigantesca battuta di caccia, un safari, un pogrom, il proletariato e i poveri sarebbero rapidamente distrutti, abbattuti come piattelli o pipe di gesso in un tiro a segno, arrotati dagli automezzi, abbagliati dai fari, storditi da sirene e musiche laceranti, sbranati dai cani, soffocati da lacrimogeni, insetticidi e diserbanti, affogati o fiocinati nelle piscine. I superstiti, concentrati negli stadi, palazzetti sportivi, palestre, galoppatoi, garage, tavernette, sarebbero finiti a colpi di judo e karatè, con archi e balestre: mazze da baseball, da hockey, da polo, da golf... La grande classe media mobilitata coglierebbe l'occasione per completare l'opera di disinfestazione liberandosi anche, una volta per 26 Biblioteca Gino Bianco
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