Diario - anno IV - n. 6 - giugno 1988

vere come filosofi oggi, si deve sapere dove si sta oggi. L'esser-ci, il Da-sdn è forse il massimo esempio novecentesco di categoria filosofica vuota, nella quale empiricamente si cancella e si nega (non si vede) esattamente ciò che in teoria viene enfatizzato: cioè il modo di esistenza reale di chi pensa, nel momento e nella situazione in cui lo fa. Il maggior difetto dell'heideggerismo è un difetto di linguaggio. Dell'esser-ci hanno parlato molto meglio altri linguaggi (quello della narrativa, quello letterario in generale, per esempio) che non il gergo dell'ontologia. Sartre è stato certamente un filosofo meno originale, rigoroso e suggestivo di Heidegger. Ma è stato almeno capace di parlarci del suo esser-ci, scrivendo splendide e acute pagine di autobiografia. Il che Heidegger non è mai riuscito a fare, restando avvolto per tutta la vita nella nebbia protettiva dei suoi eterni preliminari ad un pensiero che deve pur osare di pensare qualcosa, oltre che Pensare in assoluto e in essenza. Pathos della distanza. Da dove chiama l'Essere? Da dove manda il suo richiamo? Come rispondono gli heideggeriani a una chiamata (An-ruf) telefonica? A che scopo fanno telefonate interurbane? Perché hanno il telefono (Fern-sprecher)? Che cosa pensano {denken) e ricordano (an-denken) quando guardano (an-sehen) la televisione (Fern-sehen)? Richiami da lungi o interurbane? Televisione o chiaroveggenza? (Incredibile! Non dicono niente, non dicono quasi niente. Ma allora che dire in proposito? Il fatto è questo: chi dice qualcosa, sa quando parlare e quando tacere, sa dov'è l'inizio del dire e dove l'inizio del tacere. Ma chi non dice niente, può parlare sempre, e nessuno, né lui stesso mai, potrà dire quando dovrà smettere di dire, avendo già detto.) Filosofi in tv. Il Presentatore: E che cosa ne pensa della televisfone, professore? Il Filosofo: La televisione? La televisione è come la fotografia. Fissa il Divenire. 69 Biblioteca Gino Bianco

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