Diario - anno IV - n. 6 - giugno 1988

il momento del nuovo avvento venne, sperò di trasformare la chiesetta del Masso -inuna Chiesa di Massa che a partire dalla Selva Nera avrebbe conquistato il mondo. Il nazismo innominabile. Ci deve pur essere qualcosa negli ex nazisti non pentiti che ogigi affascina tanto gli intellettuali di sinistra italiani. Questo qualcosa è lo Stile: la stilizzazione altamente parodistica dell'intelligenza, l'esibizione coerente, apatica, senza flessioni e senza ripensamenti del proprio pensiero come prodotto di un'intelHgenza superiore. Il kitsch della potenza teoretica condensata in .formule inestricabili e tautologiche. È un fatto che uomini come Ernst Jiinger, Carl Schmitt e Martin Heidegger offrono questo. E sembrano sempre un poco (o molto) superiori ai fatti. Non si sono mai pentiti, loro. Non ci hanno mai fornito nessun utile, trasparente resoconto delle loro convinzioni e vicende ,politiche. Nel '33, il nazismo come "fatto dominante" li ha tremendamente affascinati, attratti e mobilitati. Ma poi, dopo il '45, come ".fatto perdente", li ha annoiati ed è parso indegno di considerazioni ulteriori. Provare vergogna era qualcosa che superava nettamente le possibilità espressive del loro stile. Chi volesse confrontare il grado di lucidità retrospettiva degli ex comunisti e degli ex nazisti, potrebbe leggere uno di seguito all'altro Buio a mezzogiorno di Arthur Koestler e Ex captivitate salus di Cari Schmitt. È una prova che vale la pena di fare. Nessuno dei due libri è un capolavoro letterario. Ma l'intelligentissimo Schmitt ci fa la figura di un povero furbo molto impegnato a tenere il contegno per non farsi scoprire. Imbroglia, evidentemente. E si mette a recitare perfino la parte dello sconfitto solo perché il regime su cui aveva scommesso non è riuscito a mettersi sotto i piedi l'intero mondo e ha fatto male i suoi calcoli. Grazie ad ex comunisti e scrittori di sinistra come Koestler, Silone, Gide, Orwell e altri sappiamo quasi tutto delle aberrazioni staliniste e rivoluzionarie degli anni trenta. Ma la filosofia del no- '4 Biblioteca Gino Bianco

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