mente indenne dall'indottrinamento fascista. Parlo della grande maggioranza: i fascisti e gli antifascisti convinti costituivano una minoranza (c'è poi da considerare il caso dei fascisti migliori, come un Berto Ricci, illusi che la « rivoluzione fascista » fosse ancora tutta da fare: fascisti o antifascisti?). Il regime aveva fallito proprio l'obiettivo principale e più ambizioso: la politicizzazioneforzata della futura classe dirigente aveva ottenuto l'effetto di spoliticizzarla. Tuttavia l'entrata in guerra non aveva soltanto radicalizzato le posizioni della minoranza fascista e antifascista, rinvigorendo gli opposti disegni e speranze, ma aveva agito anche tra i giovani spoliticizzati. Molti casi di volontariato hanno poco o nulla a che fare con l'ideologia fascista e si richiamano piuttosto al patriottismo, senso dell'onore e del dovere, bisogno d'azione e spirito d'avventura propri dell'età giovanile. Non c'è contraddizione nel fatto che il partigiano Guido Pasolini assuma il nome di battaglia di Ermes in ricordo dell'amico di Pier Paolo e suo Ermes Parini, partito volontario e disperso sul fronte russo. La tentazione militare dà inevitabilmente qualche scintilla anche in Pasolini, ma si tratta di manifestazioni del tutto meccaniche, meri tic imitativi. Non solo a-fascistama immunizzato da ogni suggestione patriottica o scrupolo civico, la guerra non esercita su di lui la minima seduzione (quando più tardi l'avrà sotto gli occhi, gli ispirerà solo orrore). La ripugnanza per la violenza del giovane Pasolini, pure esuberante di vitalità fisica, la sua mansuetudine sembrano derivare da un profondo senso della cultura e della tradizione, ma concepite quasi come fatti naturali e eterni, fuori da un processo storico che comporta sempre violenza e distruzione (di altre culture e tradizioni). Riferendo all'amico Farolfi (giugno '41) del padre che sta combattendo in Africa Orientale e ha meritato una decorazione, commenta: « Sarò poco eroico, ma io non vedo l'ora che si arrendano. » (I: 45). Leggendo queste lettere, ci si dimentica addirittura che c'è una guerra mondiale in corso. Totalmente estraniato, Pasolini sembra vivere felicemente in un mondo a parte. La fittissima corrispondenza con gli amici ci informa delle sue letture, interessi musicali e cinematografici, .pittorici e teatrali, bagni e bicicletta, sci e calcio, collaborazioni letterarie e progetti di riviste, e soprattutto Biblioteca Gino Bianco
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