Diario - anno IV - n. 6 - giugno 1988

Una fra le mie tante compagnie sono le oche: le oche scpntente, sempre piene di fame, non c'è animale più scontento e ansioso delle oche: le vedi, e credi che stiano, giacenti, a poltrire nella dolce luce, ma se ti avvicini, immediatamente si alzano e ti si avvicinano urlanti, con il becco aperto e muovendo il sedere: ciò dimostra che non stavano pacifiche a riposare, ma erano continuamente in preda ali'agitazione e ad un pensiero: mangiare. [ ...] Credo che non ci sia cosa più bella della vita in campagna, nel paese natìo, tra semplici amici. (I vol.: p. 78-79) Vedo ora un fanciullo che reca l'acqua dalla fontana dentro a due brocche: egli cammina nell'aria chiara del suo paese, che è un paese a me sconosciuto. Ma egli, il fanciullo, è figura a me notissima, e con il cielo che sbianca con funerea dolcezza, e con le case che si abbandonano a poco a poco all'ombra, mentre ogni cosa, nella piazzetta, è soverchiata da un tormentoso suono di tromba. La giornata è sul finire, ed io ricordo il numero infinito di giorni ch'io ho visto morire in questa maniera, fin dai lontani tempi di Idria e di Sacile. [ ...] Ma la sera non desiste di lambire i paesi del mondo, le loro piazzette caste e quasi solenni, in un acuto profumo d'erba e d'acqua ferma. Ecco ora che si fa al balcone una donna, e lancia un grido che a me è un brivido: ' Figliooo! ' Così era un tempo nella piazzetta di Sacile, quando indugiavo con gli amici. [ ... ]. Oggi è venuta mia madre a trovarmi ed è partita da poco. Pensando a lei provo una dolorosa fitta d'amore; mi vuol troppo bene, ed anch'io. lo sono poeta per lei. (I: 134) Il primo brano è del '41, Pasolini ha diciannove anni; il secondo è dell'anno successivo. Sono solo due esempi fra tanti che si potrebbero fare. Dunque, valore documentario e letterario tendono necessariamente a coincidere (mi riferisco sempre al I volume delle Lettere). Ma c'è di più. Là dove è possibile stabilire un confronto; della stessa materia, tra elaborazione « privata » (diari, lettere) e trasposizione «pubblica», quasi sempre la prima supera per purezza e forza espressiva la seconda. La verifica più probante è fornita dagli inediti « Quaderni rossi » scritti da Pasolini tra il '46 e il '47, « dove il diario giornaliero si alterna a ricordi delle stagioni precedenti fino alla prima infanzia» (Naldini), dei quali nella Cronologia sono ri33 Biblioteca Gino Bianco

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