Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

:B notevole il fatto che per Andrej gloria e felicità non si identificano affatto, anzi si contrappongono. La ricerca della gloria, del riconoscimento pubblico, è per cosl dire la forma egoistica dell'amore del prossimo, quella che ne esalta di più il carattere illusorio e ingannevole. Felicità (privata) e successo {pubblico) si escludono a vicenda. Nella visione di Andrej, gli esseri umani comunicano, in fondo, più con il loro destino naturale, più con la necessità cosmica che non fra loro. Il progresso è perciò un'ilrlusione. Ognuno è sostanzialmente inconoscibile dai suoi simili, e quindi t-ra felicità e filantropia non può esserci un legame oggettivo. Nessuno è in grado di dire che cos'è H bene (e il male) di un altro. La legge morale manca di fondamenti socialmente defin~bili. Fare H bene è farilo a se stessi evitando la sofferenza morale, anzitutto il rimor,so. Né l'universo né l'umanità sono in attesa delle nostre buone azioni, e l'azione compiuta con le migliori intenzioni può provocare le più impreviste conseguenze negative. La morale famigliare è poi la massima mascheratura dell'egoismo, perché amare i propri famigliari non è neppure amare il prossimo. « Ma come vivere, dunque, soltanto per sé? » domandò Pierre accadorandosi. « Ma, e tuo figlio, e tua sorella, e tuo padre? » « Ma tutto questo è ancora il mio io, non gli ahri » disse il principe Andrej « ma gli altri, il prossimo, le prochain, come voi dite, tu e la principessina Maria, sono la fonte principale dell'errore e del ma,le. Le prochain, sono quelli là, i tuoi contadini di Kiev, a cui tu vuoi fare del bene ». E il principe Andrej guardò Pierre con uno sguardo ironico e provocante. Era evidente che staw provocando Pietre. (ibid.) Altruismo cristiano, progresso sociale e felicità non hanno nessun legame certo fra loro. Né la morte può essere considerata di 71 Biblioteca Gino Bianco

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