Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

Suo padre, il vecchio principe Bolkònskij, uomo energico fino al dispotismo, pensa che i vizi peggiori siano l'ozio e la superstizione (a cui possono rimediare le due virtù rispettivamente opposte: la attività e l'intelligenza). Il vecchio prindpe è un virtuoso, operoso illuminista, a giudizio del quale solo gli sciocchi, i viziosi e gli oziosi si ammalano, e dunque la malattia è una fatalità morale, non una fatalità naturaile. Il principe Andrej sembra avere, in negativo, le stesse convinzioni 1lluministiche e aristocratiche del padre. Pensa che agli a,1t-ri non si possa fare nessun bene, che nessuno in verità possa essere aiutato, e che dunque la sola azione utile che possiamo compiere è di non nuocere a noi stessi, praticando quella virtù che difende meglio di volta in volta dal rimorso e dalla malattia coloro che hanno una sviluppata facoltà di soffrire e sono realmente esposti a queste due insidie. 70 « Il male? U male? » rispose Pierre. « Noi tutti sappiamo che cosa è iJ male per noi ». « Sl lo sappiamo. Ma quel male che riconosco come tale per me, io non posso farlo ad un .altro» ripeté il principe Andrej, animandosi sempre più e desiderando evidentemente di -manifestare a Pierre la sua nuova maniera di vedere -le cose. Pat1lava in .francese. « Je ne connais, dans la vie, que deux maux bien ·réels: c'est le remords et la maladie. !il n'est de bien que l'absence de ces maux. Vivere per sé, evitando soltanto questi due mali: ecco tutta ~a mia rSaggezzadi adesso». [ ... ] « P.uò dar-si che tu abbia ragione per te» continuò, dopo un breve silenzio: « ma ognuno vive a modo ·suo: tu hai viissuto per te e dici che in questo modo hai quasi rovinato la tua vita, e hai conosduto 1a felicità isolo quando hai cominciato a vivere per gli altri. Ed io ho sperimentato il contrario. Io ho vissuto per la gloria. {E che cosa è insomma fa gloria? Sempre lo stesso amore per il prossimo, il desiderio di fare per esso qualcosa, il desiderio deHa ,lode ailtrui). Cosi io ho vissuto per gli altri e non ho quiasi, ma del tutto rovinato la mia vita. Ma da quando vivo per me solo, sono diventato più t.vanquillo». (ibid.) Biblioteca Gino Bianco

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