Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

E come il mite, equiHbrato, accomodante e un po' filisteo Filinto sembra a volte aver ragione contro il suo bilioso amico (che peraltro non teme affatto di avere torto), cosl anche Célimène avrà non di rado le sue comprensibili ragioni contro un innamorato cosl st>ranoe crudele, che confessa di averla sognata brutta, povera, orfana e derelitta ,pur di posseder1a meglio, risollevarla datla disgrazia e averla solo per sé. La furia conoscitiva, la sete di verità di Alceste ha un solo cedimento: quando prega Célirnène di dargli giustificazione (vera o falsa, lui ,la crederà) del,la lettera d'amore senza firma e ,senza destinatario preciso di cui Alceste è venuto in ,possesso. Ma Célimène neppure questa volta accetta di essere più chiara. Non accetta le imposizioni e gli aut-aut. Continua a mentire spavaldàmente, impenetrabile come sempre, riaffermando con aria di :provocazione che sl, tutto ciò di cui la si sospetta .può essere vero, purché si sappia che lei è libera di fare e di dichiarare ciò che vuole, anche il falso. Per mostrare la grandiosità e l'irriducibile sproporzione di iprindpi morali rigorosi di origine religiosa, praticati coerentemente in un contesto non religioso, del tutto laicizzato (Alceste vuole 5tarsene ,solo, non dice di voler cercare Dio), Molière fa del isuo eroe un uomo di eccezionali qualità intellettuali e morali, ma anche una vittima designata, un monomaniaco anti-sociale di cui si può ridere, ma solo fraternamente. Possiamo ridere dei guai provocati dalla coerenza di Alceste, anche perché ammiriamo, di quella coerenza, la forza di rivelazione sociale. E con lui ci auguriamo che le cose· vadano anche male, pur di vedere chiaro. Alceste chiede questo: che ila propria presenza possa escludere quella di ogni altro. E non per ragioni di gelosia, ma per ragioni di autenticità e chiarezza. Il salotto, imponendo le sue regole di conversazione, esclude il colloquio amichevole e amoroso, trasformando la sincerità in un'attitudine innaturale, barbara, inopportuna e arrogante. 66 Biblioteca Gino Bianco

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