Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

credere a nessuno di noi. Vattene per la tua strada, va' in convento. [ ... ] Io mi ritiro da questo gioco, che mi ha fatto impazzire. Dico che non ci saranno più matrimoni... (III, 1) Fare iJ. vuoto intorno a sé, questo gli è necessario per costringersi ad agire. Disuruggere tutto il resto, prima di distruggere ciò che merita la distruzione. Amleto distrugge anz1rutto le proprie possibrlità di vha. La sua non può esse.re una vendetta a oui seguirà un urionfo. Di quel trionfo non saprebbe che farsene, e trionfale sarà solo la sua morte, salutata con ogni tributo d'onore dai soldati del giovane Fortebraccio, il principe straniero sceso a conquistare la Danimarca. Eppure deve agire! Ma della fatica che l'azione g1i richiede, si vendica con chiunque gli capiti a tiro: an2litiuttocon le persone che ama, che dovrebbe amare, che dice di aver amato, e che sa bene di non poter amare più. Che grande impresa uccidere Polonio! un ridicolo intrigante nascosto dietro la tenda a or.ig,Hare,una solerte spia del re, uno sciocco servitore del potere, uno strumento docile e cerimonioso della malvagità. « Il buon vecchio preferisce le farse, i balletti, le barzellette sconce, perché altrimenti si addormenta ... » Amleto lo uccide con un solo cu1po di spada, impulsivamente, quas:i con noncuranza, in un accesso d'iira indiscriminata, e per equivoco. Lo chiama « topo morto», prima di ucciderlo. Lo trafiigge con l,a parola pr1ma che con la spada. Ed è i,l padre di Ofelia, è la coJ:1ruzioneche incombeva su di lei. Giov.iailevitalità di Claudio. Si es:ibisce volentieri e con gusto in fesrose, trionfali lodi del principio di realtà. Ama le cerimonie, gli squilli d:i tromba, si esprime con saggia benevolenza paterna, amerebbe circondarsi di giovani spensierati (e perciò devoti) che vogliono afferrare il loro momento. Entra e esce accompagnato da fanfare. Usa bene i suoi uomini (Polonio, Rosencrantz, Gui1 ldenstern, ,6 Biblioteca Gino Bianco

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