Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

spesso per ottenerla ugualmente, e quando l'evento si compie, lo si celebra; la cdminalità degli stadi ha conseguito i suoi mass1m1 trionfi quando questi luoghi sono stati utilizzati .per segregare, torturare, massacrare gli avversari politici. Un uso eccezionale, ma non abnorme. Sono stati piuttosto momenti della verità, rivelatori della natura profonda di questo tempio, totale realizzazione della sua potenzialità. Galera e mattatoio. Poi il sangue viene lavato e lo stadio torna al normale suo uso: partite di calcio, concerti rock, meeting religiosi. Violenza rituale, di routine, fisiologica. La macchina che funziona al minimo, ma sempre pronta a dare il massimo, il meglio di se stessa. Le ricorrenti invocazioni dei forni crematori hitleriani contro gli atleti israeliani non sono tanto un sintomo di rigurgito antisemita; la specifica ideologia nazista c'entra poco. Se i tifosi sapessero dei massacri italiani in Libia e in Etiopia, si può star sicuri che verrebbero entusiasticamente sbandierati in occasione di incontri contro squadre libiche e etiopiche. Abbiamo visto schernire come « conigli » i morti dello stadio di Bruxelles e auspicare il ripetersi di altre Bruxelles. E non dimentichiamo che, nonostante la strage, quella partita fu regolarmente giocata, seguita con sportiva emozione dagli spettatori, e coronata dagli abbracci finali dei vincitori. Qualcuno ha protestato perché il Papa per incontrare i suoi fans cileni ha scelto lo stesso stadio già teatro delle atrocità seguite al golpe di Pinochet. Come se gli interessi politici e economici che hanno tratto vantaggio dalla visita del Papa fossero diversi da quelli che avevano promosso il golpe e comandato le stragi; come se tra le molte mani che hanno applaudito il Papa non ci fossero anche quelle che avevano eseguito quei comandi. Era giusto quindi che là dove si era contribuito in modo tanto efficace alla morte della democrazia cilena, e si erano aperte nuove favorevoli prospettive politiche alla Chiesa; era giusto che in quello stadio il Papa celebrasse la sua messa oceanica, quasi a sciogliere un voto di ringraziamento. Ma qualunque altro stadio sarebbe stato ugualmente congruo . .50· Biblioteca Gino Bianco

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