Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

nare a una semplice e tranquilla lettura di Conan Doyle, sapendo che è stato capito troppo?) Nonostante l'avvento dei video-games, continua la fortuna di un gioco vecchio di oltre mezzo secolo: Monòpoli. « Il gioco più venduto nel mondo» proclama la casa distributrice. Pare che i ragazzi ci si divertano ancora moltissimo. La cosa sorprende perché, se è ovvio il perdurante favore di giochi essenzialmente astratti e simbolici, dalla dama agli scacchi ai giochi di carte ecc., fino all'oca e alla tombola, ci sono invece giochi legati alla cultura del loro tempo e destinati secondo logica a tramontare con essa. È il caso di Monòpoli, ispirato ai valori di un determinato sistema economico-sociale in una precisa fase del suo sviluppo, di cui riproduce e trasmette contenuti, regole, prindpi (beninteso, nella forma ultrasemplificata e idealizzata che a un gioco si conviene). E continua a farlo, prescindendo dalle trasformazioni intervenute negli ultimi cinquant'anni. « Lo scopo del gioco » si legge sul foglio d'istruzioni « è di trarre profitto, affittando, comprando e vendendo le proprietà [ ... ] sino a diventare il giocatore ipiù ricco e, possibilmente, il monopolista. » Fin qui, lo spirito del gioco corrisponde tuttora allo spirito dell'epoca. Allo scadere del tempo prefissato, « il giocatore che risulterà più ricco sarà il vincitore». Conclusione di ripiego, che in teoria non esclude buoni bilanci anche per i ,perdenti. La conclusione ottimale è un'altra: « Quando il penultimo giocatore è fallito, l'ultimo giocatore rimasto vince la partita. » A oltranza, come nella boxe pionieristica {ma anche nella boxe •successivamente codificata, dove gli incontri non possono superare le quindici riprese, la soluzione desiderata da combattenti e spettatori è il k.o., non la vittoria ai ipunti). La ,perplessità comunque non nasce da questo spirito veterocapitalistico, che anzi appare rinato negli ultimi tempi, dopo aver conosciuto fasi di oscuramento e ristagno; non dal fine, che è stato, è e sarà sempre il massimo -profitto e il potere; ma dai modi con cui profitto e potere si ottengono. Il modello di Monòpoli è un capita46 . Biblioteca Gino Bianco

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