povolge semplicemente la questione, ed eccolo trasformato in un uomo che avrebbe aspirato alla ·vita semplice, all'oscurità della provincia, forse al chiostro, un asceta trascinato a forza a Berlino. D'altronde, che fare contro la violenza della «corrente», come resisitere,alla « turbina gigantesca », al « mae1strom» e infine al « destino»? Schmitt, insomma, è una «vittima». Ma non dell'ambizione. V,ittima di un destino superiore. Superiormente tragico. È, come sii autodefinisce, il fratello di Prometeo, un « Epimeteo cristiano». Cose « fatali » e « abissali ». La « confess.ione » di Schmitt si traduce in una sapientissima ricerca di alibi. Evoca grandi spiriti, coi quali stabilisce affinità di pensiero e di destino. Sosta devotamente sulle tombe di Kleist e Daubler. Riceve in cella la visita fraterna di Stirner. Prega per la salvezza eterna deg1i « amici» Bodin e Hobbes, avvertendo: « E non permetto che mi si impedisca di pregare per le loro anime », col tono di sfida di chi è disposto a morire come Antigone pur di osservare il sacro comandamento della pietà. (Ma chi s'è mai sognato di proibirglielo! Anzi, mi sembra un atto dovuto. Se fossi credente, caro Schmitt, pregherei anche per la sua anima.) Ma ben più delle preghiere, gili preme sottolineare che Bodin e Hobbes « si schierarono al fianco de1lo Stato non per tracotanza ma p.er disperazione », per arrestare il flagello della guerra civile. Sono gli stessi tragici motivi, è ovvio, per i quali Schmitt aderisce al nazismo. « Per disperazione ». Poveretto! Sempre molto sostenuto e non privo di pathos è il breve saggio dedicato a Tocqueville. Ma la pretesa di fissare una sorta di fraternità spirituaile con lo storico francese per iJ solo fatto che entrambi sarebbero dei « v,inti che sanno di esserlo », è un arbitrio tipico del metodo schmittiano. Non basta essere dei vinti, ciò che conta è sotto qualJ bandiere si è combattuto. Le sconfitte patite da Tocqueville come aristocratico e come francese, come liberale e come cristiano, e infine come europeo av~ndo presagito lucidamente il prossimo dominio di America e Russia, sono di un ordine affatto diverso dalla guerra nazista perduta da Schmitt. Cosl come aver servito Hitler per un decennio non è la stessa cosa che esser stato per pochi mesi ministro di Luigi Napoleone (prima del colpo di stato). In Tocquevi1le, secondo Schmitt, « sJ adunavano tutte le spede di 33 Biblioteca Gino Bianco
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