Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

biltà dello ·Spirito, sentiva una forte attrazione per la nobiltà del sangue. Sposato a una Dorotics, presunta contessa ungherese, Schmitt decise di titolare anche se stesso e prese a firmare le sue pubblicazioni col doppio nome Schmitt-Dorotics. Poi venne fuori che la moglie non era né ungherese né contessa, conte e ungherese era. il primo marito da cui la signora aveva divorziato, e Schmitt dovette rassegnarsi a tornare alla vecchia firma al singolare. L'episodio, in sé trascurabile, si applica molto bene ai nostri intellettuali di sinistra che credono di salire di grado sposando la falsa nopi\tà di Schmitt.) A convi,ncermi della sostanzlaile verità di quanto dice Mayer non sono solo i riscontri storici obiettivi, il silenzio (ch'io sappia) dei numerosi fans del famoso giurista che non hanno creduto di replicare o smentire alcunché, neanche di deplorare il tono di Mayer (dico i fans italiani, perché invece in Germania c'è stata una protesta della. « Frankfurter A:llgemeine»), ma lo stesso libro di Schmitt. Dal quale, nonostante le intenzioni dell'autore, esce una figura che non contraddice affatto il ritratto morale che ne traccia Mayer. Basta saper leggere. IJ libro si regge tutto sul tono. Si prenda rnnizio del saggio Due tombe: Per quarant'anni una forte corrente mi ha sempre rigettato dall'Ovest della Germania a Berlino, e li mi ha tenuto fermo sino a oggi, contro tutte le mie inclinazioni e tutti i miei istinti, contro tutti i progetti e propositi. Da diciotto anni ho la residenza a Berlino, senza propriamente volerlo e senza tuttavia potermene staccare. Qualcosa di simile è accaduto a molti tedeschi della mia epoca e del mio ceto sociale. Una turbina gigantesca· ci ha attirato qui. Un· maelstrom ci ha qui deposto. Berlino è divenuta per noi un destino, e noi, sue vittime, siamo divenuti il destino di Berlino... Anche ignorando tutto di Schmitt, un naso appena sen·sibHe avverte puzza di menzogna. In base a ciò che sappiamo, il brano, tradotto in lingua normale, &ignificache Schmitt desiderava più d'ogni altra cosa il potere, e il potere era a Bedino, cattedra universitaria e il resto. A questo precisamente tendevano « tutte le sue inclinazioni e tutti i suoi istinti, tutti i progetti e ,i propositi». Schmitt, che non ama le mezze misure, con tratto imperioso ca32 Biblioteca Gino Bianco

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