Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

loro successivo a-nazismo. È ripugnante la r1pugnanza che i due grandi intellettuali dichiarano di aver sempre nutrito nei confronti di Hitler, l'ostentata presa di distanza dalla sottocultura e dalla criminalità del nazismo, quando è chiaro che proprio la sottocultura e la criminalità, la brutale determinazione e la mancanza di scrupoli, sono stati elementi decisivi per la sua affermazione, affermazione che entrambi volevano a tutti i costi e che hanno concretamente favorito e dalJa quale entrambi in varia misura e per un certo periodo hanno tratto vantaggio. « Turpe, pro beneficiis, gratiam non re/erre. » Per Schmitt su Hitler, bastano le battute già citate. Per Jiinger, si veda il Diario 4, dove il disprezw per il Fiihrer, prudentemente celato sotto lo pseudonimo di Kniébolo, si spreca. Ma ritengo che l'imposizione del sinistro nomignolo non ubbidisca tanto a ragioni di prudenza (dato che altri personaggi compromettenti conservano la loro vera identità) quanto di stile. Jiinger, come Schmitt, non può sporcarsi la bocca con un nome impronunciabile: la sua pagina non sopporta oscenità (per le stesse ragioni di decenza, sempre nel Diario, Céline viene più d'una volta ribattezzato Merline). In omaggio a questo « abissale » disgusto, non solo ci si vieta di nominare Hitler, ma anche di muovere un dito per esercitare un qualunque dpo di reale opposizione · Schmitt è una delle presenze più autorevoli nel Diario di Jiinger. I due si incontrano, si scrivono, si complimentano a vicenda, si pensano. Per Jiinger, tra tutte le persone di sua conoscenza, Schmitt possiede « la mente più atta alla definizione » ed è « uno dei rari spiriti capace di guardare la situazione senza pregiudizi». Analizzano i sintomi, diagnosticano il morbo, pronosticano la catastrofe. Mai però ohe risa,lgano alle cause, che si mettano in questione, che si pl'.opongano di fare qualcosa. Soffrono, ma sempre al di qua della situazione. Assistono. Assisteranno impassibiili anche al passaggio dell'ultimo autobus: la congiura del 20 luglio '44, ordita da aristocratici e militari, vale a dire la casta in cui Jiinger e Schmitt si riconoscono, vedrà i due ,su posizioni nobilmente astensioniste. 5 4 ERNSTJiiNGER, Diario 1941-1945, Longanesi 1979. 5 Vale la pena di citare la spietata reazione •di Brecht: « Quando è cominciato a trapelare qualcosa sui sanguinosi fatti svoltisi tra Hitler e i generali Junker, ho augurato in bocca al lupo a Hitler, per quel momento; infatti chi se non lui potrà Biblioteca Gino Bianco 29

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