voglia definire « abissale » la boria del signore che si sente infinitamente superiore non solo a Hitler, non solo al tribunale di Norimberga, ma a chiunque osi mettere in causa fa sua superiorità; e « fatale » 1a meschinità, che è l'altra faccia - inseparabile - della boria. Ma credo che il recensore non intendesse niente del genere e volesse piuttosto alludere alla distanza vertiginosa che separa il destino degli uomini comuni da quello di titani quali Carl Schmitt. Jiinger è venuto recentemente in Italia a ritirare non so quale premio. Interrogato circa i suoi trascorsi filo-nazisti, ha risposto di aver già detto a suo tempo quel che aveva da dire in proposito e di « non essere più interessato a questo ,problema ». A beneficio dell'intervistatore italiano ha comunque citato l'esempio di Giovanni Ansaldo, il giornalista che senza essere fascista collaborò col fascismo: « Non faccio differenze tra fascista e antifascista ma tra intelligente e non intelligente. » 2 Non discuto i1lsuo diritto di rifiutare oggi come troppo semplicistica l'antitesi fascismo-antifascismo, ma sostituirvi l'intelligenza contro la non intelligenza è una di quelle volgarità a cui sono « fatalmente » soggetti i cultori dello Spirito. L'esempio di Ansaldo è particolarmente mal scelto. Vero che Ansaldo era intelligente. Molto intelligente. Forse, con Missiroli, il miglior talento giornalistico della sua generazione. « Figura emblematica » secondo il giudizio di Zangrandi « di un certo tipo di "geniali" scrittori italiani, capaci di passare attraverso le vicende e le tragedie della storia, sempre immuni, sempre in attività di servizio, proprio in virtù di una professata o sottintesa persuasione che lo scrivere senza credere (o il contrario di ciò che si crede) non impegna né compromette chi sappia far.lo con sufficiente "spregiudicatezza". »3 Gli interventi giornalistici e radiofonici di Ansaldo, proprio perché colti e intelligenti, avevano un'efficacia propagandistica a favore della guerra fascista molto superiore a quella dei più smaccati apologeti e retori ufficiali del regime (riassumo a memoria la testimonianza di Franco Fortini in una pagina che non sono riuscito a ritrovare). Le effettive responsabilità e compromissioni di Ji.inger e Schmitt col nazismo mi sono meno odiose dell'ipocrisia che sta alla base del 2 « Corriere della sera», 2-10-1987. 3 RUGGERO ZANGRANDI, Il lungo viaggio attraverso il fascismo, Feltrinelli 1962, p. 389. 28 Biblioteca Gino Bianco
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