UOMINI SUPERIORI Da qualche tempo la nostra cultura già di sinistra si sente in dovere di onorare il pensiero reazionario, con l'inevitabile affanno, la goffaggine e l'eccesso di zelo degli ultimi arrivati. Davanti al buffet principesco stravedono, come chi è stato tenuto troppo lungamente a stecchetto: dallo champagne all'acqua minerale, dail caviale al pane imburrato e alle olive, trovano tutto « speciale ». Lungo sarebbe l'elenco delle patacche -scambiate per oro. Ma anche di autori che patacche non sono, come Jiinger e Schmitt, si prediligono invariabilmente gli aspetti più equivoci e scadenti. Più che un reale interesse, queste figure sembrano esercitare una sorta di fascinazione. ,,1 ·;;, ': Nel saggio posposto a Ex captivitate salus 1 Francesco Mercadante riporta un brano dell'interrogatorio di Schmitt, testimone al processo di Norimberga: Pubblica Accusa: Non ha forse detto che la legislazione e la giustizia tedesche dovevano essere pervase di spirito nazionalsocialista? Sì o no? Non ha forse detto questo tra il 1933 e il 1936? Carl Schmitt: Sì. Dal 1935 al 1936 ero alla guida dell'Associazione dei giuristi. Sentendomi superiore, intendevo dare un senso mio personale al termine nazionalsocialismo. P. A.: Hitler aveva un nazionalsocialismo e lei ne aveva un altro. C. S.: Mi sentivo superiore. P. A.: Si sentiva superiore a Adolf Hitler? C. S.: Infinitamente, dal punto di vista intellettuale. Il personaggio è così privo di interesse, che preferisco non parlarne. Riferendosi a questo scambio di battute, un recensore dichiara che ci troveremmo qui di fronte a qualcosa di « fatale » e di « abissale ». Il tono di Schmitt, non c'è dubbio, si fa notare. Ma non capisco che cosa c'entrino la « fatalità » e l' « abissalità ». A meno che si 1 CARL ScHMITT, Ex captivitate salus, Adelphi 1987. La prima edizione tedesca è del 1950. 27 Biblioteca Gino Bianco
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