Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

In me non c'è base per una convinzione. C'è una certa viltà, o piuttosto una certa fiacchezza, nelle persone per bene. Solo i briganti sono convinti: di che cosa? di dover riuscire. E cosl riescono. Perché dovrei riuscire, se non ho nemmeno il desiderio di tentare? Si ,possono fondare sul delitto imperi gloriosi, e nobili religioni sull'impostura. Ho tuttavia alcune convinzioni, in un senso più elevato che non può essere compreso dalla gente del mio tempo. Quasi tutta la nostra vita è spesa in curiosità sciocche. In cambio, ci son cose che dovrebbero eccitare al più alto grado la curiosità degli uomini, e che, a giudicare dal corso ordinario della loro vita, non gliene ispirano alcuna. Dove sono i nostri amici morti? Perché siamo qui? Veniamo da qualche parte? Che cos'è la libertà? Può accordarsi con la legge provvidenziale? Il numero delle anime è finito o infinito? E il numero delle terre abitabili? ecc., ecc... Quel che c'è di vile in una carica qualsiasi. Immensa nausea dei manifesti. Dell'amore, della predilezione dei francesi per le metafore militari. Da noi, ogni metafora ha i baffi. 22 Letteratura militante. Restare sulla brecda. Biblioteca Gino Bianco

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