Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

zienza e fatica, uno speciale paradiso per i buoni cani, per i poveri cani, i cani sudici e desolati. Dopotutto Swedenborg afferma che ne esiste uno per i Turchi e uno per gli Olandesi. I pastori di Virgilio e di Teocrito si aspettavano, come premio per i loro canti alternati, un bel formaggio, un flauto fatto dal miglior artigiano o una capra con le mammelle gonfie. Il poeta che ha cantato i poveri cani ha ricevuto in ricompensa un bel gilè dal colore ricco e sbiadito, che fa pensare al sole d'autunno, alla bellezza delle donne mature e alle estati di San Martino. Nessuno di coloro che erano presenti nella taverna di via Villa-Hermosa dimenticherà con quale esuberante insistenza il pittore si è spogliato del suo gilè in favore del poeta; tanto bene aveva compreso la bontà e l'onestà di cantare i poveri cani. Cosl, un magnifico tiranno italiano del buon tempo andato offriva al divino Aretino sia una daga con l'elsa tempestata di pietre preziose, sia un mantello da cortigiano in cambio di un elegante sonetto o di uno stravagante poema satirico. E ogni volta che il poeta indossa il gilè del pittore, è costretto a pensare ai buoni cani, ai cani filosofi, alle estati di San Martino e alla bellezza delle donne più che mature. [11] Se un poeta domandasse allo Stato il diritto d'avere neUa sua scuderia alouni borghesi, grande sarebbe lo stupore; se invece un borghese domandasse un po' di poeta arrosto, la cosa sembrerebbe naturalissima. Ci sono epidermidi da crostaceo, con ·le quali il disprezzo non è più un piacere. Molti amici, molti guanti - per paura della scabbia. Coloro che mi hanno amato erano persone disprezzate, direi perfino spregevoli, se ci tenessi a lusingare la gente per bene. 18 Biblioteca Gino Bianco

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