Diario - anno III - n. 5 - dicembre 1987

Ma .io, furibondo, ho risposto: - No! no, no! - E per meglio accentuare il mio rifiuto, ho pestato con il piede cosi violentemente la terra, che la mia gamba è affondata fino al ginocchio nella recente sepoltura, e, come un lupo preso in trappola, resto attaccato, forse per sempre, alla fossa dell'ideale. [6] LO SPECCHIO Un uomo spaventoso entra e si guarda allo specchio. - Perché vi guardate allo specchio, se vedervi vi dà solo dispiacere? L'uomo spaventoso mi risponde: - Signore, secondo gli immortali princlpi dell'89, tutti gli uomini sono uguali nei loro diritti; e dunque io posseggo il diritto di guardarmi; se con piacere o dispiacere, questo riguarda solo la mia coscienza. In nome del buon senso, io avevo senza dubbio ragione. Ma dal punto di vista della legge, lui non aveva torto. [7] L'AUREOLA PERDUTA - Come! voi qui, mio caro? Voi in questo brutto posto? Voi, il bevitore di quintessenze! Voi, il mangiatore di ambrosia! C'è invero di che restare sorpresi. - Mio caro, sapete bene quanto mi terrorizzino le carrozze e i cavalli. Poco fa, mentre attraversavo il viale in tutta fretta saltellando in mezzo al fango, in quel caos in movimento dove la morte arriva al galoppo da tutte le parti nello stesso tempo, con un movimento brusco l'aureola mi è scivolata dalla testa nel fango del lastricato. Non ho avuto il coraggio di raccattarla. Giudicai meno sgradevole perdere le mie insegne che farmi rompere le ossa. E poi, mi dissi, la disgrazia serve sempre a qualcosa. Ora posso andarmene 9 Biblioteca Gino Bianco

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