E Mftrij era rientrato nell'isba, aveva preso le pezze da gamba, le cioce, s'era calzato, e s'era avviato dal padrone. Quand'ebbe rimediato tre rubli da Aleksàndr Ivànovic, e altrettanti da Nikolàj Pjetrovic, se ne tornò a casa, consegnò iii danaro alla moglie, e, dato di piglio alla paila e al rastrello, se n'andò là dai Kaluskin. La trebbiatrice, là dai Kaluskin, già da un pezzo mandava il suo ronzio regola.re, solo tratto tratto inceppandosi un po' per l'ingorgarsi della paglia. Intorno all'uomo con la frusta giravano i magri cava1 1li, tendendo le tirelle. L'uomo con la frusta, con voce sempre uguale, gridava ogni tanto, incitandoli - Su, forza, bellini miei! - Alcune delle donne slegavano i covoni, altre con i rastrelli portavano via la paglia e le spighe, altre ancora, insieme con gli uomini, ammassavano grosse bracciate di paglia e le davano al contadino che faceva il pagliaio. 1;l lavoro ferveva. Nell'orto, lungo il quale Mitrij veniva innanzi, scalza, con la camicina e nient'alrtro, una ragazzetta, con le mani, cavava da terra, e riponeva in un cesto, qualche patata. - E i1 l nonno dov'è? - le domandò Mitrij. - È suiil'aia, il nonno. Mforij s'inoltrò fino all'aia, e subito s'accinse a lavorare. Il vecchio capoccia ottantenne sapeva la disgrazia di Mitrij. Lo salutò, e gl'indicò il posto da prendere: là al pagliaio, a passare la paglia. Mftri si tolse di dosso, ripiegandolo e posandolo in disparte, presso la siepe, il suo caffettano sbrindellato; poi via, con particolare fervore, si mise al lavoro, raccogliendo con la forca la paglia e gettandola su, al pagliaio. Il lavoro, senza interruzione, continuò a questo modo fino all'ora di pranzo. Già tre volte i galli s'erano chiamati cdl loro grido, ma non solo, a quelli, nessuno aveva dato retta, non li avevano neppure uditi, cosi tra il lavoro e le pa•role che correvano in occasione del lavoro. Quand'ecco, dall'aia padronale, a tre miglia di distanza, arrivare fin qui il fischio della trebbiatrice a vapore. E allora subito si riaccostò qua all'aia il capoccia, l'ottantenne Masèj, vecchio alto e diritto. - Adesso basta, - esclamò, avvicinandosi all'uomo che incitava i cavalli. - È ora di pranzare. Più alacre che mai si fece il •lavoro. In un battibaleno, portarono 78 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==