Diario - anno III - n. 4 - gennaio 1987

a dormire nello stanzino d'entrata. Aveva dormito senza spogliarsi, coi ca,lzonie tutto, coprendosi con un caffettano tutto strappato. La moglie stava di là, nella stanza della stufa, insieme con le figlioiine. Ne avevano quattro, la più piccola da latte, nata da cinque settimane. Svegliandosi, secondo l'a,bitudine, prima dell'alba, Mftrij era trasalito al ricordo di guelfo ch'era accaduto ieri: come aveva scailciato i,l castrone, com'era balzato su, com'era ricaduto; e adesso lui non aveva più cavallo: gli erano restati, in tutto, i quattro rubli e ottanta copèche della pelle. S'era rimes·so in piedi, s'era data un'assettata ai calzoni, e prima era uscito in cortile, poi era ent,rato di là, neHa stanza. L'isba era tutta pencolante, sudicia, nera; già il fuoco era acceso. La moglie, con una mano metteva la paglia dentro la stufa, con l'altra si teneva la bambina alla mamme1la cascante, che le sporgeva fuori dalla camicia sporca. Mftrij s'era fatto tre volte il segno defilacroce, rivolto verso il cantone delle icone, pronunciando certe parole assolutamente prive di senso, a cui lui dava il nome di « Santissima Trinità», « Madre di Dio », « Credo » e « Padre nostro ». - E che, l'acqua non c'è? - È andata a prenderla la ragazzina. Mi sa che ormai l'avrà portata. Di' un po': tu ci vai a Ugrjumaja, dal padrone? - Sl, mi toccherà d'andarci. Aveva .incominciatoa tossi'fe dal fumo, e, preso di sulla panca uno straccio, era uscito nello stanzino d'entrata. La ragazzina era appena tornata con ,l'acqua. Mftrij attinse l'acqua dal secchio, la raccolse dentro la bocca e ci si diede una lavata alle mani; ne raccolse in bocca del,l'altra, e ci si sciacquò la faccia; si rasciugò con lo straccio e con le dita, si arruffò e s'alli:sciòi capelli, la barba ricciuta, e usd sulla porta. Per la strada stava venendo verso di lui una ragazzetta di dieci anni, senz'altro indosso che una sudicia camiciuola. - Salute, zio Mforij. Mandano a dire che venite a battere. - Bene, verrò, - aveva risposto Mftrij. Aveva capito subito che i Kaluskin, gente povera (si può dire) quanto lui, lo chiamavano a battere il grano in cambio del lavoro che la settimana scorsa avevano fatto sull'aia sua, con la trebbiatrice da noleggio a cavalli. - Bene, verrò; di' che per colazione sarò da voi. Prima bisogna che faccia una scappata a Ugrjumaja. Biblioteca Gino Bianco 77

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