Diario - anno III - n. 4 - gennaio 1987

tro, però, qui da noi, a confronto dell'Europa! - g1i venne in mente, ricordando i frequenti viaggi che faceva all'estero. - In tutta l'Europa non si troverebbe una vacca come queste! » E ad Aleksàndr Ivànovic venne voglia di domandare dove conducesse que]la strada, che veniva a incrociarsi con questa che lui percorreva, e di chi fosse questo gregge. Chiamò a sé, quindi, il ragazzetto. - Di chi è questo gregge? Con uno stupore prossimo aUo spavento, il ragazzetto guardava a quel cappelilo, a quella barba cosl ben spartita, e soprattutto a quegli occhiali d'oro; tanto che non poté, lì per lì, dare una risposta. Quando Aleksàndr Ivànovic ebbe ripetuto la domanda, il ragazzetto si riscosse, e disse: - È il nostro. - Ma di chi, il nostro? - tentennando il capo e sorridendo, esclamò Aleksàndr Ivànovic. Il ragazzetto era in cioce, con le pezze avvolte afle gambe, una sudicia camiciuola di tela grezza lacerata su una spalla, un berrettuccio in testa con la visiera sbrindellata. - Di chi, il nostro? - Di Pirògovo. - Ma tu, quanti anni hai? - Non lo so. - Sai leggere e scrivere? -No. - O che forse la scuola non c'è? - Sì, io ci sono andato. Dunque non imparavi? -No. - E questa strada, dove porta? Il ragazzo nominò il luogo, e Aleksàndr Ivànovic s'avviò verso casa, meditando come avrebbe preso in giro Nikolàj Pjetròvic, col dirgli in che brutte acque, nonostante tutti i suoi sforzi, navigava pur sempre l'istruzione popolare. Vicino ormai a casa, A,leksàndr Ivànovic sbirciò l'orologio: e, con suo grande disappunto, s'avvide ch'era già mezzogiorno, rammentandosi d'improvviso che Nikolàj Pjetròvic partiva per la città, e lui aveva intenzione di affidargli una lettera per Mosca, e mvece 73 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==