Diario - anno III - n. 4 - gennaio 1987

mentre un giovinetto trasportava qualche cosa su una telèga. Oltrepassati costoro, A1leksàndrlvànovic s'addentrò nel parco, costituito da un folto d'alberi annosi, che per un'estensione d'almeno cinquanta ettari era solcato di viottole tenute ben nette. Aspirafido una sigaretta, Aileksàndr Ivànovic s'avviò, lungo le viottole sue preferite, fino a un chioschetto, e lasciandoselo indietro, andò a sboccare in aperta campagna. Nel parco era behlo, ma qui in campagna era ancora più bello. Così pittoresche, suhla destra, spiccavano a chiazze rosse e bianche le donne che raccogHevano le patate, mentre sulla sinistra c'erano prati e stoppie e una mandria al pascolo, e di fronte, appena verso destra, cupe cupe verdeggiavano le querce di PortockL Aleksàndr Ivànovic respirava a pieni polmoni, e si sentiva lieto della sua vita in genere, e particolarmente di questa che menava ora qui, presso sua sorella, dove tanto piacevolmente si veniva riposando delle fatiche in banca. « Beati loro, che vivono in campagna! - diceva tra sé. - È vero, sì, che Nikolaj Pjetròvic, anche qui in campagna, non può starsene tranquillo, con tutti i progetti d'agronomia che ha per il capo, e col daffare dell'assemblea provinciale: ma è libero pur sempre, lui! » E A1leksàndr Ivànovic, scotendo la testa, accendendosi un'ailtra sigaretta, e avanzandosi a passi alacri sulle gambe robuste, con le solide, massicce calzature di fattura inglese, andava riiilettendo quant'era duro, l'inverno, il suo lavoro in banca. « Dalle dieci fino alle due, se non fino aHe cinque, e a vdlte tutto il giorno! Non sembra nulla, eh? a dirlo ... E poi, la Duma! Oh, qui è tutt'altra vita. Qui sì che mi sento soddisfatto. Ammettiamo che possa venire a noia: ma non deve mica durare in eterno! » E fece un sorrisetto. Quand'ebbe passeggiato abbastanza là nel bosco di Portockf, tornò verso casa per la via plù diritta, attraverso i campi, e si trovò a passare proprio per un terreno, che stavano arando. Sul sodo errava il bestiame dei contadini: vacche, vitelli pecore, maiali. Per andar diritti al parco, bisognava traversare fra un gregge di pecore. Le pecore si spaventarono di lui, e una dietro l'aJtra si buttarono a cor,rere via; i maiali fecero altrettanto; due vacche magre, di piccola statura, restarono fisse a guatarfo. U pastorello, un ragazzetto, richiamò le pecore, e fece schioccar 1a frusta. « Quanto si sta indie72 Biblioteca Gino Bianco

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