Uha tovaglia di buoato, candida e lustra di damascature, già scintillava e bolliva un samovàr d'argento, o che d',argento aveva l'aspetto, e intorno c'erano una caffettiera, del latre caldo, della crema, del burro, e ogni sorta di pan bianco e biscotti. Alla tavola c'erano seduti soltanto lo studente, che faceva da precettore al secondo dei ragazzi, insieme appunto con quest'uhimo; e la segretaria del padron di casa, membro influente dell'assemblea provinciale e grosso proprietario. Fin dalle otto egli era uscito a ispezionare la sua azienda. Prendendo i'l caffè, Aleksàndr Ivànovic fece due chiacchiere col precettore e con la segretaria sul tempo d'oggi, sul vint di iersera, e su Feododt: su come quest'ultimo, ieri, •senzanessun motivo, aveva mancato di rispetto, cosi sgarbatamente, a suo padre. Feodorfr era 11 figlio ormai adulto, e fallito, dei padroni di casa. Si chiamava Fjòdor, ma qualcuno, per scherzo e con intenzione, lo aveva soprannominato Feododt, e la cosa era parsa divertente, e avevano continuato a chiamar-locosi anche quando ciò che lui f.acevanon era più affatto una cosa da riderci. Lo stesso accadeva anche in questo momento. Dopo essersi iscritto all'università, fin da[ secondo anno egli n'era \llenuto via; e11aentrato, allora, nel!la cavalleria della guardia, ma era venuto via anche di là: e adesso se ne stava qua in campagna, a non far nulla e a criticare tutto, tanto che a tutti era venuto in uggia. Questo Feododt dormiva ancora, e dormivano anche tutti gli altiri di casa, e precisamente: la padrona, Anna Michàitlovna; la sorella del padrone, vedova d'un ex governatore; e un pittore, specialista di paesaggi, che viveva qui con loro. Aleksàndr Ivànovic prese in anticamera il suo panama (prezzo: vent•irubH), il bastone col pomo d'avorio scolpito (cinquanta rubli), e usd di casa. Attraversando il terrazzo, adorno di fiori, e passando di fianco al parterre, al centro del quale spiccava una aiuola a foggia di cono, da cui s'irradiavano liste regolari di fimi bianchi, rossi, azzurri, mentre in margine, sempre di fiori, erano state formate delle cifre: le iniziali del nome, del patronimico e de:l cognome della padrona di casa; passando di fianco a questi fiori, Aleksàndr Ivànovic s'inoltrò sotto i viali secolari dei tigli. Stavano ripulendo questi viali delle ragazze contadine con pale e ramazze; il giardiniere, dai canto suo, era intento a prendere non so che misure, 71 Biblioteca Gino Bianco
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